Sono già trascorsi sei anni, oggi, dalla morte, avvenuta il 29 novembre del 2004, di Luigi Veronelli , intellettuale, scrittore, libertario, letteralmente inventore del giornalismo del vino in Italia. Tutti noi che facciamo questo strano mestiere, che incredibilmente ci dà da vivere, di cronisti del vino, di persone che raccontano cosa il vino sia, nelle sue più variegate e sfaccettate espressioni, noi che assaggiamo, giriamo per vigne e cantine, e poi cerchiamo di esprimere su carta la verità e la poesia di quel vino, la fatica del lavoro di chi lo ha prodotto, dobbiamo tantissimo, assoluta riconoscenza e gratitudine, a quest’uomo geniale, generoso, appassionato. In occasione del primo, indimenticabile incontro che ebbi con lui, proprio di questi giorni, il 28 novembre del 1983, nella sua splendida casa (con vastissima cantina) di via Sudorno, volle regalarmi un piccolo libretto, Veronelli matrimoni d’amore. Guida agli accostamenti cibi vini , che conservo gelosamente, e al quale spesso ricorro quando devo pensare ad un abbinamento un po’ diverso dal solito e talvolta “spericolato”. Su quel libretto volle scrivere una dedica che a rileggerla oggi, con quelle parole, “a Franco Ziliani con immediata amicizia”, vergate di slancio e con sincero entusiasmo, non può che commuovermi. Perché in uomini del genere, colti, pieni di idee, dediti ad una causa (quella del vino italiano di qualità e quella del riscatto del lavoro contadino) oggi è sempre più difficile imbattersi. E da questo nuovo blog, dedicato a quel mondo delle bollicine metodo classico (e non) alla quali Gino Veronelli dedicò sempre attenzioni particolarmente affettuose, voglio idealmente levare il calice, per salutarlo e dirgli ancora grazie. Se oggi sono qui, se sono diventato quello che sono, se faccio questo lavoro un po’ speciale, lo devo anche ad una persona, indimenticabile e inimitabile, come lui…