Voleva essere un semplice post “traino”, l’invito a visitare questo nuovo blog, il post, che potere leggere qui , pubblicato sul mio ormai classico (quattro anni di storia) blog Vino al Vino. Invece, soprattutto grazie ad un interlocutore diciamo così un po’ “incontrollabile” e dalle convinzioni tutte sue, Gregorio , questo post è diventata una vivace discussione, anche se in qualche punto ha il carattere di un semplice batti e ribatti – Gregorio che le “spara” e io che cerco di richiamarlo all’evidenza, su una delle zone di produzione più classiche ormai, anche se con solo cinquant’anni di storia, del panorama variegato del metodo classico italiano, la Franciacorta . E di fronte ad una “sparata” del genere lanciata da Gregorio, “a me pare che siano proprio i Franciacortini a voler “sfidare gli Champagne” visto che hanno cercato di copiare tutto a partire dai vitigni (ok ok hanno anche il pinot bianco….), al packaging, ai prezzi di certe supercuvée”, ho dovuto replicare e richiamare il mio interlocutore ai numeri, che parlano di dieci milioni di bottiglie circa per la Franciacorta e di oltre trecento milioni e rotti per la Champagne .
Ma dove sta scritto che la Franciacorta vorrebbe “sfidare” la Champagne, quando invece sono zone per storia, tradizioni, dimensioni, caratteristiche, del tutto diverse? Una cosa è sicuramente simile tra queste due zone, l’ispirazione, che porta a scrivere sul sito Internet del Comité interprofessionnel du vin de Champagne che “rassemble les Vignerons et Maisons de Champagne”, ovvero comprende i vignaioli e le case produttrici di Champagne, e sul sito Internet del Consorzio Franciacorta , che “al Consorzio aderiscono le tre categorie professionali dei viticoltori, vinificatori e imbottigliatori che sono interessati alla filiera produttiva delle denominazioni Franciacorta Docg, Curtefranca Doc e Sebino Igt”. Avrà da dire, il buon Gregorio, anche su questa innegabile similitudine?