Attenzione, l’autore delle affermazioni che leggerete di seguito non è il sottoscritto, che solo a sentire nominare la parola “spumante” sente foscolianamente ribollir quello “spirto guerrier ch’entro mi rugge”, ma è un serissimo professionista, un’analista finanziario, animatore di uno dei più interessanti, utili ben fatti blog vinosi, I numeri del vino . Marco Baccaglio in un recente post – leggete qui – dedicato all’andamento delle esportazioni di vino francese, analizzando i dati riferiti alla fine di settembre 2010 scrive: “il recupero sta prendendo corpo, é guidato interamente dai vini di qualità e, sull’anno mobile, le esportazioni francesi sono a +5% a volume (13.1 milioni di ettolitri) e +7% a valore (6.02 miliardi di euro). A settembre, abbiamo appena commentato i dati italiani: +8% volume e +6.4% valore. Diciamo quindi che la ripresa dell’export francese ha una matrice diversa, non basata sul volume ma sulla ripresa del prezzo mix”. Baccaglio sostiene che si tratti di “una ripresa principalmente legata agli Champagne, che registrano un incremento annuo del 14% a 1.9 miliardi di euro con un volume di 931mila ettolitri, +16%” e fa questa acuta considerazione: “se confrontiamo lo Champagne con la totalità degli spumanti italiani, noi stiamo a 417 milioni, cioè circa un quinto con un incremento del 6% e a circa 1.8 milioni di ettolitri, cioè circa il doppio. Segno ancora una volta di una differenza abissale nel posizionamento del prodotto che ne mette in dubbio la reale confrontabilità”. Perbacco, lo dicono anche gli analisti finanziari, quelli che interpretano i numeri del vino, che Champagne e “spumanti italiani” sono cose profondamente diverse! E dicono chiaramente che, anche con la crisi, non c’è paragone possibile, in termini di valore, tra l’andamento dell’export dello Champagne e quello di quella autentica “armata Brancaleone” chiamata “spumante italiano” dove si vorrebbero mettere insieme, in una pasticciatissima confusione, cose profondamente diverse, anzi diametralmente opposte! Se ne faranno una ragione gli iscritti d’ufficio al neonato “albo degli spumantisti ” ed il preoccupatissimo Ministro dell’Agricoltura del governo padano-veneto, pardon, italiano, Giancarlo Galan ?