Sono assolutamente stupefatto. Devo forse pensare che anche l’amico Angelo Peretti , veneto di Bardolino dotato del giusto orgoglioso attaccamento ai vini della propria regione, si sia arruolato, accanto a me che sono un “cattivo” per antonomasia, tra i “nemici giurati” del Prosecco ? Conoscendo il suo equilibrio ed il notevole buonsenso di cui dà prova con i suoi articoli sull’ottimo sito Internet Gourmet , che considero tra i siti vinosi di riferimento, non avrei pensato che anche il buon Angelo potesse affiancarsi a me, rischiando appunto di beccarsi del “nemico” dei colori prosecchisti, e in sovrappiù magari del disfattista e del veneto degenere, meritevole di una reprimenda da parte dei prodi Zaia e Manzato, nello stigmatizzare, come ho più volte fatto, qui , qui e ancora qui , la discutibilissima politica commerciale che porta ormai numerosi produttori di Prosecco, non solo quello Doc, ma anche quello Superiore Docg, a svendere le proprie bottiglie (soprattutto nel canale della Grande Distribuzione Organizzata ) a prezzi risibili e sempre più bassi. E a richiamare al buon senso di fronte a proclami, da bar Sport e da politica di bassa lega, che strombazzano di un prossimo, ineluttabile sorpasso del Prosecco sullo Champagne . Invece Angelo, ricordando di essere veneto “per motivi di nascita e di residenza” e ammettendo che “dovrei gioire sapendo che il prossimo anno spezzeremo le reni allo Champagne, superandolo col “nostro” Prosecco (uso le virgolette perché ne fanno anche in Friuli, e il nome della denominazione corrisponde oggi a un loro paesello) in termini di bottiglie messe sul mercato, oltre ad osservare che “mi pare azzardato che noi veneti ci arroghiamo la virtù del vaticinio”, in un intervento molto diretto pubblicato sul suo sito, e che potete leggere qui , con la sua consueta pacatezza, sommessamente “fa notare che c’è un problema non tanto banale se si fanno confronti di mercato. E quel problemuccio si chiama prezzo. E dunque sarei, da veneto, lietissimo se davvero battessimo gli champagnisti, ma magari preferirei farlo sul fatturato, più che sui volumi. Ma non posso gioire, per via dei prezzi, se vedo gli scaffali dei supermercati colmi di bolle prosecchiste a prezzi stracciati”. Certo, riconosce, “son prezzi che comunque, con le rese ammesse dal disciplinare del Prosecco doc (180 quintali per ettaro), garantiscono una più che soddisfacente – accidenti, sì – remunerazione al vignaiolo, e credo che con la crisi d’oggidì ci sia più d’un motivo, tra i contadini, per benedire il fenomeno Prosecco (e i politici capisco che ne portino qualche vanto)”, ma poi non può nascondersi dietro ad un dito e non sottolineare vigorosamente che “i valori delle bottiglie son bassi bassi se si vuole puntare ad essere davvero leader bollicinosi”. E completa il ragionamento portando un esempio, uno fra i tanti, preso “dalla pubblicità dei supermercati Galassia comparsa in ultima pagina del quotidiano L’Arena (di Verona) il 22 aprile, venerdì santo. Il Prosecco doc di un marchio notissimo come Zonin era in proposta a 2,90 euro la bottiglia. Meno d’un chilo di salamelle-luganeghe, offerte nella stessa pagina a 2,99 euro. Perbacco, mi sa che per spezzare le reni ai francesi dovremo attendere ancora un po’”. E sono pronto a scommettere che Peretti verrà presto additato da qualche “eno-trinariciuto” di Treviso, Conegliano, Valdobbiadene e dintorni come un nemico della sacra causa del Prosecco…