Nascono spontanee delle riflessioni, in materia di bollicine italiane, a margine dell’interessante articolo del quotidiano inglese Telegraph , opera del wine writer Harry Wallop , dedicato al momento magico nel Regno Unito del Pinot grigio . Vino varietale che, stando ad una ricerca della Nielsen pubblicata sulla rivista specializzata Off Licence News , quest’anno ha sbalzato i vini francesi e americani nella classifica di gradimento degli inglesi, con un impressionante +17% che tradotto in milioni di sterline, porta il totale dei guadagni ricavati dalle vendite di vini tricolore a 775, ovvero al secondo posto nella graduatoria internazionale. Le vendite di Pinot grigio ora rappresentano il 40% di tutto il mercato inglese e lo collocano al terzo posto assoluto, tra i vini varietali bianchi, alle spalle di Chardonnay e Sauvignon Blanc. Il Pinot grigio potrebbe arrivare presto in seconda posizione, perché gli ultimi dati sono in aumento, complice anche l’estate che sta arrivando. Nell’articolo del Telegraph – che potete leggere qui – si riporta anche il punto di vista di Malcolm Gluck, wine writer autore della serie di guide denominate Superplonk che non si è dichiarato sorpreso “del successo del vino italiano. L’Italia continua ad essere vista come un Paese da rossi, ma la qualità dei vini bianchi è migliorata moltissimo”. Come ha dichiarato Rosie Davenport, editor di Off Licence News: “Italy is having something of a renaissance and has seen a major boost thanks to the Pinot Grigio effect. Pinot Grigio is really rocketing and now accounts for 40 per cent of the country’s UK sales”. In altre parole si parla di un “rinascimento del vino” italiano fortemente guidato proprio da quel Pinot grigio che é già uno dei vini maggiormente richiesti negli Stati Uniti. Il Telegraph sostiene che “The light Italian white wine has become the default house wine in many kitchens up and down the country, helping the Mediterannean country return to favour on supermarket shelves, while sales of Prosecco, Italy’s sparkling wine, have taken off this year”. La direttrice di Off Licence News ha rilasciato al giornalista una dichiarazione relativa anche al grande successo del Prosecco in UK in questi termini: “the sparkling wine’s phenomenal success over the last 12 months was proof that many consumers were now instinctively turning to Italy as a cheap alternative to France, rather than the new world ”. Il che, tradotto, significa che il fenomenale successo del Prosecco nel corso degli ultimi dodici mesi testimonia che molti consumatori inglese si stanno istintivamente rivolgendo all’Italia come alternativa “cheap ” di basso prezzo, alla Francia, piuttosto che al Nuovo Mondo. In termini di puro business il risultato é indubbiamente buono, ma nelle terre del Prosecco possono davvero essere orgogliosi di costituire la “cheap alternative ”, l’alternativa a basso prezzo (e di non particolarmente esaltante immagine) dello Champagne? A me non sembra proprio un risultato esaltante di cui menar vanto…