Non fatevi influenzare dall’imponenza (peraltro non sfacciata) della costruzione che – come potete leggere qui dal sito Internet aziendale – ospita dal 2006 (anno in cui venne svolta qui la prima vinificazione) la cantina di vinificazione, costruzione che incontrate salendo da Torbiato di Adro verso Erbusco. Quella delle Solive è una bella ed istruttiva storia agricola, la vicenda di due famiglie molto unite, i Bariselli , che dimostrano nei fatti, nella pratica della loro attività, di aver capito la vera natura e la potenzialità di quella bellissima zona che è la Franciacorta . Un territorio paesaggisticamente ricco di attrattive (anche artistiche e architettoniche) dove si producono ottimi metodo classico, tra i più rappresentativi del panorama italiano, ma la cui vocazione agricola consente di produrre tutta una serie di cose buone che possono essere apprezzate da un turista intelligente e curioso. Tutto nasce a fine Ottocento, nel 1898 esattamente, come si legge in etichetta, quando la famiglia Bariselli e Paolo Bariselli in particolare inizia la propria attività agricola in un cascinale a corte posto nel cuore di Torbiato. Agricoltori, ma anche e soprattutto allevamenti di bestiame. A Paolo nei decenni succedono il figlio Giuseppe ed i nipoti Francesco e Gian Battista. A metà anni settanta prende avvio l’attività di viticoltori, con le uve fornite per circa vent’anni, sino al 1994, ad un’importante azienda di Erbusco. Nel 1997 inizia l’attività dell’agriturismo Le Solive, ristorante e alloggio elegante (6 camere) in posizione tranquilla e appartata nella poco distante Nigoline, e nel 2002 parte la costruzione della cantina, in splendida posizione tra i vigneti, che verrà inaugurata nel 2010. Nel frattempo, partita nel 1994 la produzione delle prime tremila bottiglie di Franciacorta, gli ettari vitati sono decisamente cresciuti, raggiungendo oggi la ragguardevole quota di 34 ettari, la maggior parte in territorio di Cortefranca, poi ad Erbusco e ad Adro. E nel contempo, pur avendola ridotta a dimensioni meno importanti, sui 90 capi annui, la famiglia continua l’attività di allevamento di bestiame ad uso familiare e dell’agriturismo Solive. Tutte le carni bovine e suine e i salumi serviti presso l’agriturismo provengono dall’allevamento della cascina Bariselli, dove vengono periodicamente macellati, così come capre, capretti, agnelli, conigli e animali ruspanti da cortile: polli, galline, faraone e anatre. E non manca la coltivazione di ortaggi e alberi da frutto – mele, pere, noci, susine, ciliegie, kaki sempre destinati al consumo nel ristorante. Va detto che solo una piccola parte delle uve prodotte sono destinate alla trasformazione in vino targato Solive: la produzione si mantiene su piccoli numeri ed è passata dalle 28 mila bottiglie del 2008 alle 35 mila del 2009 e alle 55 mila del 2010. Tutta prima spremitura, con il progetto di uscire presto solo con millesimati. Le uve non trasformate in cantina vengono vendute a due importanti cantine franciacortine. Ad occuparsi particolarmente della produzione vitivinicola è l’entusiasta e simpatico Gian Mario Bariselli che si applica al lavoro in vigna ed in cantina (dove si conta sulla consulenza di un enologo trentino, Massimo Azzolini) con grande realismo e piedi ben saldi per terra, persuaso che l’azienda abbia ancora un bel di strada da fare, ma abbia i numeri per ritagliarsi il proprio spazio nel variegato panorama franciacortino. Ha ragione, perché i vini e lo dico con assoluta convinzione, dopo averli degustati recentemente in visita alla cantina, sono davvero ben fatti, puliti, tecnicamente impeccabili, fatti (e per me questo rappresenta davvero un plus) per essere bevuti, dotati di grande piacevolezze e autenticità, espressione di uve provenienti da terroir di valore che si ha la capacità di raccogliere al punto giusto di maturazione, di portare in cantina e trasformare in vino. Senza particolari interventismi, senza ricorrere a trucchi da “effetti speciali” per compiacere chissà chi. Franciacorta veri, a misura di quel tipo di consumatore che una bottiglia di Franciacorta Doc la stappa per berla, per portarla a tavola e apprezzarla in abbinamento ai cibi. Caratteristiche che emergono subito dal Franciacorta Brut (non millesimato ma da uve della vendemmia 2007, prezzo 14 euro più Iva), sboccatura del febbraio 2011 e dosaggio degli zuccheri di sei grammi litro, cuvée di 90% Chardonnay e 10% di Pinot nero, un vino ancora molto giovane, decisamente equilibrato, colore paglierino oro squillante, naso ben secco, fragrante molto aperto, con note di agrumi in evidenza, e una componente vinosa, una buona maturità di frutto, note di fieno e fiori secchi, bocca ben rotonda, sapida e una beva che si mantiene e si amplifica nel Franciacorta Brut da uve della vendemmia 2006 (sboccatura novembre 2010) dove il fruttato è meno esplosivo ed il naso e la bocca sono ancora più secchi, ma non asciutti, pieni di energia e nerbo, con una bella lunghezza gustativa ed il consueto ammirevole equilibrio di tutte le parti. Sul Satèn si incontrano interpretazioni di ogni tipo in Franciacorta, dalle più “morbidone” e quasi “proseccheggianti” a quelle pesantemente condizionate dal contributo del legno utilizzato per l’affinamento. Questo delle Solive (16 euro più Iva), ovviamente da uve Chardonnay in purezza, e senza ricorso al legno e affinamento solo in acciaio, mi ha convinto per il suo bilanciamento, per il suo farsi apprezzare e bere senza se ne ma. Colore paglierino oro squillante bel perlae sottile, naso molto elegante, con note di frutta secca e mallo di noce in evidenza, miele, fiori d’arancio, cedro, pompelmo. La bocca apre all’insegna di una evidente, piacevole e non eccessiva cremosità, di una notevole avvolgenza senza spigoli, ma con una bella vena fresca e verticale e la consueta contagiosa beva. Belle notizie, anche meglio dal Franciacorta Pas Dosé millesimato 2007 (prezzo 20 euro più Iva), Chardonnay quasi in purezza con un saldo di Pinot nero del 5%, dotato di una splendida intensità di colore, paglierino oro squillante, vivo, multiriflesso, perlage sottile e continuo e bella presa di spuma, dotato di un naso ben fresco, affilato, salato, nervoso, di carattere saldo, con bella complessità, sempre con una nitida componente agrumata in evidenza, una vena minerale. Meglio ancora la bocca, salata, nervosa, scattante, di solida costruzione e sale, una fruttuosità succosa ma viva, un bel nerbo e una persistenza lunga che riempie il palato e dà piena soddisfazione. Infine, ancora da uve del 2007, il Franciacorta Rosé , lodevolmente Pinot nero in purezza (se non lo è, che razza di Rosé è mai?) un vino, che ho nuovamente assaggiato per confermare le positive impressioni, che mi è parso particolarmente ben riuscito e rappresentativo di una stilistica che vorrei maggiormente diffusa in terra franciacortina, grazie al colore salmone cerasuolo scarico melograno più che buccia di cipolla, di notevole brillantezza e vivacità, naso piacevolmente e delicatamente fruttato, con ribes e mirtillo più che fragola di bosco in evidenza, ma con una vena leggermente affumicata, minerale, di pan tostato e salata a dare tensione al tutto, in un bel gioco dolce-salato. Carattere sapido, di gran nerbo, fruttato il giusto, ma senza esagerazioni, inutili morbidezze e dolcezze, anche dal primo ingresso in bocca, ben strutturato, di dolcezza calibrata e notevole “sale”, con una persistenza lunga e viva che dà profondità e dinamismo al vino. Un Franciacorta Rosé (prezzo 18 euro più Iva) sicuramente gastronomico, che alle Solive consigliano di abbinare a risotti con i funghi, zuppe di pesce, melanzane alla parmigiana, carni di agnello e vitello e che personalmente consiglio di abbinare ad un piatto semplice e gustoso, tipicamente estivo, come una crema fredda di carote, patate e tanta menta. Vini, tutti, (la valutazione data al Pas Dosé vale anche per gli altri vini) che rendono una visita in cantina un’ipotesi da prendere seriamente in considerazione. Cantina Solive via Bellavista Erbusco BS tel. 030 7450138 e-mail cantina@solive.it sito Internet www.solive.it