Continua a circola un ottimismo a prova di bomba e a volte persino spericolato su quelle che, leopardianamente, potremmo definire le “magnifiche sorti e progressive” di quel vino a sempre più decisa vocazione export che è il Prosecco . Docg e Doc . Non passa giorno che non si leggano dichiarazioni entusiastiche, previsioni fiammeggianti, dichiarazioni da balcone di Palazzo Venezia, su organi di stampa seri e altri così così , su sorpassi, “guerre” vinte, uno sviluppo inarrestabile, delle celeberrime bollicine a denominazione della Marca Trevigiana . Spesso queste dichiarazioni sono opera di persone che opera proprio in organismi e associazioni attive nel cuore della zona di produzione, che danno come cosa fatta che “nel giro di tre anni avverrà il sorpasso produttivo sullo Champagne con circa 420 milioni di bottiglie prodotte contro i 400 milioni dei rivali francesi”, e annunciano per il 2014-2015 una produzione di Prosecco Doc di 350 milioni sui 18mila ettari di terreno tra Veneto e Friuli, cui si assommano i 70 milioni di bottiglie Docg (di cui 1,3 milioni dell’esclusivo Cartizze) che vengono dai 6.100 ettari della zona classica e storica di Conegliano Valdobbiadene (Tv)”. Questo ottimismo, che è sfociato nella clamorosa sparata , pardon, lettura della palla di cristallo da parte di Gianluca Bisol , che ha pronosticato la produzione di un miliardo di bottiglie entro il 2035, appare incrollabile e a prova di qualsivoglia dubbio soprattutto nell’ambiente che fa riferimento alla crème de la crème dell’universo Prosecco, la Docg Conegliano Valdobbiadene . E così, sul numero 4, ottobre 2011, del periodico del Consorzio del Prosecco Superiore , Conegliano Valdobbiadene Colline del Prosecco Superiore , è normale leggere, a firma del direttore del Centro Studi del Distretto Conegliano Valdobbiadene, Vasco Boatto , professore ordinario presso la Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Padova , un bilancio del Conegliano Valdobbiadene dopo un anno di Docg che appare totalmente positivo, scintillante, immune da problemi. Come se sul cielo del Prosecco Superiore splendesse perennemente il sole e non ci fosse traccia (ma invece ci sono, eccome) di nuvole. Nella parte introduttiva dell’intervista leggiamoche l’acquisizione della Docg “è il punto d’arrivo del lungo lavoro del Consorzio di tutela, svolto con l’obiettivo di valorizzare l’elemento di unicità, il territorio, mettendo in secondo piano il nome di Prosecco”. Una consapevolezza della necessità di differenziarsi che risalirebbe, si sostiene, agli anni Novanta, “quando il Consorzio ha iniziato una serie di modifiche del disciplinare” puntando a “rendere centrale il nome d’area”. Ricostruite le tappe di questo processo ecco l’intervista. Boatto parla di un tasso di crescita della denominazione dopo il passaggio alla Docg “del 3% nel primo periodo, per assestarsi successivamente su valori in linea con quelli registrati precedentemente. Complessivamente il primo anno di Docg si è chiuso con un incremento delle vendite pari all’8,1% in raffronto al 2009”. Il direttore del Centro Studi parla poi di una reazione positiva alla Docg del mercato con un accresciuto “interesse degli operatori”. Questo forse dovuto, secondo le visioni di un esperto di marketing tedesco grande conoscitore delle teorie dello sviluppo , alla conferma del fatto che il “cambio del nome di un prodotto è giustificato per rafforzarne le vendite, qualora queste siano già buone”. Per Boatto l’arrivo della Docg dà “ulteriore forza alle vendite, suscitando rinnovati interessi negli operatori” e la Docg è riuscita a mantenere il successo anche in questo momento di cambiamento grazie alla “capacità del mercato di riconoscere gli elementi distintivi che caratterizzano il Prosecco Superiore, risultato che si è ottenuto grazie al lavoro degli operatori nel corso degli anni, dall’altro per la particolare congiuntura, che per il mercato domestico richiedeva un prodotto in grado di reggere la concorrenza degli altri spumanti”. Anche Boatto esprime previsioni ottimistiche sulla capacità del Prosecco di essere appealing e vincente anche in futuro: “la previsione è che l’interesse dei consumatori si manterrà su livelli elevati anche nei prossimi anni sebbene la concorrenza sarà molto forte. Sarà importante far percepire gli elementi distintivi del prodotto Docg”. Quanto alle “criticità”, secondo il direttore del Centro Studi del Distretto Conegliano Valdobbiadene sono unicamente “rappresentate dalla concorrenza sleale d’imitazioni. Per quanto riguarda i mercati Terzi, oltre l’impegno nella promozione, saranno importanti le azioni a difesa del nome”. Quanto al rapporto con la crescente, in termine di estensioni vitate e di bottiglie prodotte, Doc Prosecco, secondo Boatto “la Docg Conegliano Valdobbiadene rappresenta la punta di diamante del sistema sia in termini di immagine, sia di qualità del prodotto, professionalità degli operatori, storia, tradizione. Questi valori positivi sono fondamentali per la denominazione ma anche per l’intero sistema Prosecco”. Questa l’intervista, ma va ricordato che nell’introduzione si sottolinea la diversità e la qualità peculiare del “Prosecco Superiore fatto a mano con oltre 600 ore di lavoro ad ettaro, contro le 150 della pianura”. Nessuna traccia nelle dichiarazioni di Boatto di preoccupazioni per la politica commerciale decisamente al ribasso, non degna di un prodotto artigianale di superiore livello qualitativo, di una “punta di diamante”, svolta da molti protagonisti del comparto produttivo del Prosecco, non solo operatori nell’ambito dell’arrembante Doc, ma della stessa Docg, con tanti vini che in ogni momento dell’anno sono (s)venduti a prezzi decisamente bassi. Ho più volte segnalato su questo blog promozioni a prezzi stracciati di Prosecco Superiore Docg e ancora oggi, nel periodo dal 10 al 23 novembre, una grande catena qualificata come Esselunga proponeva un Prosecco di Conegliano Docg con sconto “Fidaty ” del 50% a 3,95 euro contro 7,90. Prosecco Docg inserito tra i “tanti articoli” a metà prezzo, come una commodity, insieme a caffé, marmellata, acqua minerale, yogurt, biscotti. E ancora all’Esselunga, ma nel periodo dal 24 novembre al 3 dicembre, un altro Prosecco Docg, quello della Cantina Produttori Valdobbiadene , viene proposto con lo sconto “Fidaty ” del 40%, a 3,95 euro invece di 6,59.
Certo, nella sua intervista Boatto riconosce che si deve “accompagnare la crescita mantenendo un rapporto prezzo/qualità coerente con le aspettative dei consumatori”. In altre parole ammettendo, così pare di capire, che siccome i consumatori si sono abituati a trovare Prosecco superiore a prezzi stracciati e a sceglierli in ragione di questo prezzo molto basso, bisognerà continuare a praticare questa politica commerciale anche in futuro. Ma si può essere soddisfatti, e indulgere al trionfalismo, come spesso accade, con la consapevolezza che il Prosecco (Docg e Doc) tira e ha successo non solo perché è semplice, non impegnativo, piacevole soprattutto per i meno esperti di vino, per i consumatori meno consapevoli, ma soprattutto perché è disponibile in vasti quantitativi e costa poco? Come diceva quel proverbio, chi si accontenta…