Sono molto contento del tipo di rapporto che ho con i lettori di Vino al Vino e Lemillebolleblog. Qualche eccezione a parte, rappresentata da personaggi per i quali i commenti sono sinonimo di insulti, attacchi diffamatori, sfoghi super egocentrici e interventi fini a se stessi, si tratta di un rapporto molto positivo che molto spesso è di vero dialogo e collaborazione. E’ così recentemente accaduto che due diversi lettori mi abbiano segnalato un paio di singolari vicende relative alla Franciacorta. Parlo, conto di scriverne presto, soprattutto per cercare di capire, della comparsa di alcuni mega cartelloni che attesterebbero lo status di “vigneto classificato”, “cinque stelle”, di alcune vigne di una nota azienda, facendo pensare ad un sistema di classificazione dei vigneti, sullo stile Champagne, di cui al momento non si ha ufficialmente notizia nella zona bresciana. E parlo, le immagini lo dicono chiaramente meglio di qualsiasi parola, della segnalazione di un’autentica anomalia di cui si sta rendendo colpevole un’azienda vinicola franciacortina. Parlo di una delle pochissime aziende non associate, come si può vedere facilmente da questo elenco , al Consorzio Franciacorta , quell’azienda Catturich Ducco di cui mi ero occupato qualche tempo fa segnalando un suo vino in vendita ad un prezzo inferiore agli standard di prezzo consigliati ai propri associati dal Consorzio, nei canali della Grande Distribuzione. Come si vede dalle foto che mi ha inviato un lettore e come è documentato ad esempio qui , la Catturich Ducco contravviene al chiarissimo dettato del regolamento Cee n. 2045/89, qui tutto il testo in dettaglio : “ Regolamento (CEE) n. 2045/89 del Consiglio, del 19 giugno 1989, recante modifica del regolamento (CEE) n. 3309/85 che stabilisce le norme generali per la designazione e la presentazione dei vini spumanti e dei vini spumanti gassificati”. Questo perché anche se la legge comunitaria ha decretato di “riservare la dicitura “crémant” a taluni v.s.q.p.r.d. elaborati in Francia e nel Lussemburgo, al fine di tutelare questa indicazione tradizionale utilizzata nei due predetti Stati membri per designare prodotti di provenienza ben determinata”, nonostante ricorsi anche da parte di importanti case vinicole spagnole è stato da tempo ribadito che la dicitura ‘crémant’ non poteva più essere utilizzata in Spagna, Italia, Germania e in qualsiasi altro Paese comunitario fosse stata utilizzata. Dalla data del regolamento Cee n°2045/89 era stata concessa una deroga di cinque anni, “tuttavia, per cinque campagne viticole la dicitura “crémant” in lingua francese o in traduzione può essere utilizzata per la designazione di altri vini spumanti che siano stati tradizionalmente designati in tal modo alla data del 1° settembre 1989”, ma dal 1995 il Crémant, con e senza accento, è diventato tabu in Italia. Riservato ai vari Crémant (o Cremant) prodotti in diverse zone vinicole francesi – leggete qui – e, straordinariamente, anche se con risultati spesso molto deludenti dal punto di vista qualitativo, nel Lussemburgo. In Franciacorta di fronte a questa impossibilità legislativa di utilizzare la dicitura Crèmant hanno pensato bene di inventare il nome Satèn , registrando nel 1995 un apposito marchio per individuare questa particolare tipologia di Franciacorta la cui morbidezza e cremosità ricorda quella degli ex Crémant. Col nuovo Disciplinare pubblicato in G.U. il 7 luglio 2008 il Franciacorta Satèn diventa a tutti gli effetti una nuova tipologia che può essere prodotta da tutti i fruitori della Denominazione, associati al Consorzio, utilizzando Chardonnay (prevalente) e Pinot bianco max 50% rendendo il vino un Blanc de blancs. Satèn che designa un vino che rispetto agli altri Franciacorta è caratterizzato da una minore pressione in bottiglia, inferiore a 5 atm, che ne determina la peculiare morbidezza gustativa. Pertanto, anche se l’azienda in oggetto non può utilizzare per il suo vino il termine Satèn che come si legge ad esempio qui , “il marchio Satèn, registrato dal CVF nel 1995 per individuare questa particolare tipologia di Franciacorta, è riservato solo ai produttori associati al CVF che ne hanno piena disponibilità purché si attengano alle rigide norme di produzione”, non si capisce perché Catturich Ducco , contravvenendo ad un preciso regolamento comunitario, si ostini a commercializzare come Franciacorta Docg Brut Cremant qualcosa che come Cremant non potrebbe essere da anni definito. Sarebbe interessante conoscere il punto di vista in merito dei diretti interessati e magari del Consorzio, che è oggettivamente danneggiato, nell’immagine collettiva e nella credibilità della denominazione, anche se si tratta di un non associato, dal comportamento disinvolto di questo produttore.