Ne ho già parlato, qui , in uno dei miei ultimi interventi (ultimi nel senso che poi non ce ne saranno più) sul sito Internet dell’A.I.S. , ma visto l’argomento ci tengo a segnalarlo anche su Lemillebolleblog. E’ una Franciacorta che fa sempre più parlare, e positivamente la stampa specializzata estera, quella che emerge da questo fine 2011. E così dopo l’articolo, lo potete leggere qui , della bloggeuse francese Vicky wine , la cronaca registra la pubblicazione di un articolo ancora più importante, opera del noto wine writer e wine blogger – The Gray Report – statunitense W. Blake Gray che é “Chairman of the Electoral College of the Vintners Hall of Fame. E’ stato wine writer/editor per il San Francisco Chronicle, collaborator di Los Angeles Times, Food & Wine, Wine & Spirits, Wine Review Online, e altre riviste. Titolo dell’articolo “ Franciacorta: High Standards for High Quality Bubbly”, articolo che potete leggere qui , pubblicato sul noto sito Internet americano Palate Press , e una puntuale sottolineatura, da parte dell’autore, di alcuni degli elementi più significativi che caratterizzano la produzione della nota zona vinicola bresciana. Sto parlando degli elevati standard qualitativi raggiunti dalla Franciacorta e della severità delle regole di produzione, cui fa riferimento osservando che “Franciacorta has the most demanding standards for any sparkling wine region in the world. They’re a substitute for tradition, because the Italian region has been in the bubbles business for only 50 years, which is nothing in Europe ”. Regole severe che vedono di ovviare alla carenza di storia, visto che la Franciacorta come zona produttrice di metodo classico ha solo cinquant’anni. Secondo il giornalista americano “Currently, the best wines in the region can stand alongside Champagne with pride. But the youth of the region is apparent in both enthusiasm for new ideas and lack of experience. After visiting a half-dozen producers and tasting 40 or so wines, I found some standouts, and I also found more than one winery doing things that are admirable philosophically, but not yet paying off in the glass”. Il che in italiano significa che “i migliori vini della regione possono stare al fianco degli Champagne con orgoglio. Questo anche se la giovane età della regione appare sia nell’entusiasmo per le nuove idee sia per la mancanza di esperienza. Intendiamoci, Blake Gray confessa di aver fatto visita ad un numero limitato di produttori, sei e di aver degustato solo una quarantina di Franciacorta, e riferisce di aver trovato dei vini eccellenti, ma anche aziende che sono ammirevoli da un punto di vista “filosofico” ma dotate di una qualità che non paga nel bicchiere. Questo detto il giornalista americano ha dedicato ampio spazio al racconto della storia di una delle aziende leader di Franciacorta, Cà del Bosco, e del suo deus ex machina Maurizio Zanella. Ha parlato delle regole di produzione per i Franciacorta non millesimati, giudicate particolarmente severe, che prevedono minimo 18 mesi sui lieviti contro i 15 necessari nella Champagne. Parlando della nascita del Satèn Blake Gray ha rilevato la morbidezza cremosa di molti vini, che li rende vini “gastronomici” da consumare a tavola e ha posto l’accento sulla loro unicità, non solo da un punto di vista semantico: “Also, it’s great for a young region to have a name on the bottle that tells people what to expect. No other region that I’m aware of is focusing on this low-pressure style”. Nell’articolo ovviamente non mancano le critiche, riservate ad alcuni Franciacorta degustati e ad alcune aziende dallo stile un po’ cervellotico che simpaticamente il giornalista liquida così: “Call me uncool, but I prefer drinking pleasure to drinking philosophy”. Preferisco avere piacevolezza quando bevo che bere della “filosofia”. Come non essere d’accordo con lui e come non pensare questo articolo di Blake Gray un episodio importante nel processo di riconoscimento internazionale della personalità e dei pregi dei Franciacorta Docg?