Fossi nei panni del CIVC non ci penserei un attimo a dare un premio ad un carneade del giornalismo italiano che ai primi di gennaio di tre anni fa, da bravo propagandista e agit prop dello “spumante italiano” qual è, prendendosela con l’allora direttore di Rai Uno Fabrizio Del Noce reo di aver brindato all’arrivo del 2009, in occasione della diretta per il Capodanno 2008 di Rai Uno, brandendo una bottiglia di Champagne e non di “spumante” italiano, aveva proclamato tronfio che “in Italia calano finalmente le vendite di Champagne”. Contestando per di più l’evidenza che le bollicine francesi fossero “da sempre uno dei simboli delle feste”. Pagato lo scotto dell’annus difficilis 2009 , dove le vendite, in tutto il mondo, calarono e toccarono il punto più basso degli ultimi anni, scendendo sotto i 300 milioni di bottiglie contro i 322,5 del 2008 e i 338,7 del 2007, (in Italia passando dai 9,4 milioni del 2008 ai 6,8 del 2009, ma il calo nel 2009 sul 2008 era stato ovunque, nel Regno Unito da 36 a 30,5 milioni di pezzi, negli Usa da 17,2 a 12,6, in Germania da 11,6 a 10,9, in Belgio da 9,9 a 8,2), lo Champagne, forse per merito dell’eno-fatwa lanciata dal propagandista dello “spumante”, ha ripreso a volare. Le vendite di Champagne nel 2010 sono risalite a 320 milioni di bottiglie, praticamente lo stesso livello del 2008, in Italia a 7,2, e quindi si può tranquillamente affermare che la crisi del 2009 sia stata riassorbita, anche se il record storico di 339 milioni di bottiglie del 2007 rimane lontano. E per quanto riguarda l’andamento delle vendite in questo 2011 appena concluso le previsioni e le stime sono più che ottimistiche. In un articolo pubblicato nell’edizione on line della rivista specializzata britannica Harpers il wine writer Geoffrey Dean sostiene che non si può parlare assolutamente di crisi, visto che le vendite nella zona euro sono in aumento del 4,2%. Nel Regno Unito importanti rivenditori parlano di un aumento delle vendite di Champagne nel periodo natalizio e di fine anno intorno al 25%. Sul Wall Street Journal la giornalista Marion Issard inizia il proprio articolo con un’espressione molto eloquente: “Champagne sales are bubbling again ”, ovvero le vendite di Champagne sono tornate ad essere spumeggianti. Nell’articolo riferisce che “The world’s largest luxury-goods group, LVMH Moët Hennessy Louis Vuitton , the owner of fashion and beauty brands such as Louis Vuitton and Guerlain as well as several champagne labels, recorded 15% sales growth over the first nine months of 2011”, ovvero che le vendite del gruppo più importante sono salite del 15% nei primi nove mesi dell’anno, e riporta un altro significativo punto di vista, quello del portavoce del gruppo Pernod Ricard’s: “Though sales may not reach the levels seen before the crisis, “we’re getting closer,” said Stephanie Mingam, the spokeswoman for drinks group Pernod Ricard’s champagne division, which owns Mumm and Perrier-Jouët champagne”. Ovvero che se pure le vendite non toccheranno i livelli di prima della crisi del 2008, si stanno avvicinando a quel vertice. In un articolo, già ricordato qui , del quotidiano francese Le Parisien Thibaut Le Mailloux , direttore della Comunicazione del Comité interprofessionnel des vins de champagne (CIVC ) ricordando la crescita delle spedizioni del 3,5% nei dieci primi mesi dell’anno ha dichiarato come potete leggere qui : “Même si nous ne battrons pas le record de 2007 avec 339 millions de bouteilles expédiées, nous tablons cette année sur un volume de 327 à 330 millions ”. Ovvero che se anche non si batterà il record del 2007 (quindi in epoca prima della crisi) con 339 milioni di bottiglie vendute, noi puntiamo ad arrivare quest’anno ad una cifra tra i 327 ed i 330 milioni”, contro i 320 milioni del 2010. Il direttore della comunicazione del Civc parla di vendite in forte crescita in Giappone (+20%), Germania (+14,5%), Belgio (+12%). E annuncia l’apertura di un bureau a Mosca dove le vendite sono cresciute dell’85% e prossimamente in Brasile dove le vendite segnano un più trenta per cento. Ma non ci aveva detto qualche carneade, portavoce della bizzarra teoria del sorpasso dello “spumante italiano” sullo Champagne e di qualche altra eno-bischerata bollicinara, che “finalmente le vendite di Champagne in Italia” e nel mondo erano calate e destinate a calare? Lui sì che di previsioni se ne intende…
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