Flûte da rottamare o da conservare?
Povera flûte , il suo destino sembra essere segnato! Come appare sempre più chiaro partecipando a degustazioni, ordinando Champagne e metodo classico italiano al ristorante, verificando quale siano le scelte, più che mai tecniche, fatte dai sommelier, e sentendo come la pensino i diretti interessati, i produttori, al tradizionale bicchiere alto stretto e slanciato sta per toccare la stessa sorte che capitò a suo tempo alla storica “coupe ”, alla coppa che evoca l’ancien régime dello Champagne. Come si legge in due interessanti e dettagliati articoli, pubblicati il primo sul sito Internet britannico The Drink Business , a firma di Lucy Shaw ed il secondo a firma di Yvonne Lorkin sul sito Internet neozelandese Bay of Plenty Times , articolo impreziosito da un excursus storico sulla nascita della coppa, che chiama in causa personaggi storici come l’imperatrice Maria Antonietta, Joséphine de Beauharnais e Madame du Pompadour il momento d’oro della flûte sembra essere ampiamente passato. Come scrive The Drink Business , “Champagne houses are moving away from using traditional flutes for their fizz in favour of white wine glasses”, le Maison di Champagne stanno progressivamente abbandonando le tradizionali flûtes per orientarsi su bicchieri da vino bianco, discorso che vale, se ci spostiamo alla scena italiana, anche per le aziende produttrici delle più importanti aree del metodo classico italiano. Testimone di questo progressivo orientamento e persona quanto mai informata e voce in capitolo, è il celebre produttore di bicchieri austriaco Georg Riedel , perché, come appare chiaro a chiunque abbia confrontato i due tipi di bicchiere, “una superficie più ampia conferisce ai vini maggiore aroma, complessità e tessitura cremosa”. Le flûtes possono anche essere belle, slanciate, eleganti e insuperabili per consentire di apprezzare lo sviluppo, la grana, la finezza del perlage, e hanno un innegabile appeal coreografico, ma, come ricorda Riedel, “sono troppo strette e non consentono all’aroma e alla ricchezza dello Champagne di risplendere” e non consentono al vino di respirare e di sprigionare l’intero proprio potenziale aromatico. E per rispondere a questa crescente domanda Riedel ha cominciato a costruire bicchieri per diverse specifiche Maison de Champagne e ha sviluppato un nuovo “sparking wine glass ” molto più simile, più grande e rotondo, ad un bicchiere da vino bianco che ad una tradizionale flûte. Una voce in contrasto con questo orientamento diffuso che confina la flûte in soffita così come in passato era stata “rottamata” la coppa, è quella di un nome celeberrimo del panorama champenoise, Pierre-Emmanuel Taittinger , che sottolineando, leggete qui , che “Champagne is not only a wine but a symbol of love and generosity and if we forget that we are dead ,”, che lo Champagne non è solo un vino, bensì un simbolo di amore e generosità e se dimentichiamo questo siamo spacciati, “stressed the need for Champagne to retain the flûte to differentiate the sparkling product from still wine ” difendeva con forza la necessità per lo Champagne di continuare ad utilizzare la flûte per differenziare il prodotto Champagne dai vini tranquilli. Questo a dispetto dei “marketers”, degli uomini di mercato e marketing che “want us to drink Champagne in a wine glass”, vorrebbero costringerci a bere Champagne in un bicchiere da vino. Dal canto suo la giornalista del sito Internet della Nuova Zelanda, dove, per inciso, si producono validi sparkling wines metodo classico , cito ad esempio il Pelorus di Cloudy Bay , confessa di preferire questo “new style of glass; I think it definitely accentuates the delicate aromas and classic textures of good sparkling wine ”, perché crede che accentui gli aroma delicate e la tessitura classica di un buon “méthode champenoise”. L’unico dubbio che le resta è su come chiamare questo tipo di bicchiere, se “half flute, half glass”.E così la soluzione “flass “, le sembra più accettabile che “glute “. E voi, lettori di Lemillebolleblog , che cosa ne pensate, bisogna conservare la flûte per gustare al meglio Franciacorta Docg, TrentoDoc, Alta Langa Docg, Oltrepò Pavese Docg, Champagne e Cava o possiamo tranquillamente metterla in soffitta e passare tranquillamente, essendo noi già passati indenni dalla rinuncia alla coppa, ad apprezzare le nostre più pregiate bollicine nobili in bel bicchiere da bianco, che si tratti del nuovo “calice Franciacorta” (molto più vicino ad un bicchiere da bianco che ad una flûte ) o di un wine glass realizzato appositamente da un costruttore di calici?