Sconfitto dalla Franciacorta in un sondaggio on line – potete leggere i risultati qui e in questo post – promosso dal sommelier trentino Roberto Anesi , tra i responsabili di A.I.S. Trentino , e patron di una delle più belle osterie tipiche trentine, il Ristorante El Pael a Canazei ( www.elpael.com ), il TrentoDoc , il metodo classico prodotto in provincia di Trento, ha oggi la possibilità di rifarsi. Di provare ad accreditarsi come il prodotto simbolo (o uno dei prodotti leader, anche a livello d’immagine) proveniente dalla terra dove le grandi cantine cooperative fanno il bello ed il cattivo tempo nel mondo del vino. Anesi ha difatti lanciato da poco (e si potrà votare per le prossime due settimane) un nuovo sondaggio, che trovate qui , dal titolo “Vino come identità di un Territorio: se penso al Trentino immediatamente mi viene in mente… ”. Questa volta le opzioni di voto sono numerose (e non prevedono, chissà perché, il vino che pesa di più, in termini quantitativi, prodotto in Trentino, il Pinot grigio) e sono (definizioni e aggettivi sono opera di Anesi): il nobile Teroldego Rotaliano l’elegante TrentoDoc la versatile Nosiola il delicato Marzemino i suoi vitigni internazionali i dolci Trentino Vino Santo e Moscato Rosa il profumato Müller Thurgau altro.
Ce la faranno questa volta le bollicine metodo classico che spesso vengono definite “di montagna” anche se larga parte dei vigneti di Chardonnay sono di pianura, ad affermarsi, a raccogliere un consenso plebiscitario da parte dei votanti? Ma riflettendoci un attimo, è proprio il TrentoDoc o non sono piuttosto altri vini (ad esempio quel Pinot grigio per cui non si può votare) il vino che rappresenta l’identità vitivinicola della provincia di Trento?