Cose del genere ero pronto a scommettere potessero succedere solo in Italia dove il potere dei creativi pubblicitari nel mondo del vino è sempre notevole. E fa spesso danni. Invece, come ho potuto leggere sul blog transalpino Champagne un monde de bulles , anche in Francia, e nel mondo dello Champagne, può accadere, com’è accaduto, che una nuova cuvée possa essere realizzata nientemeno che in “in collaborazione” con un’agenzia di marketing parigina . Una cuvée “ruffiana” niente male, visto che ha un dosaggio di 14 grammi zucchero per litro, esplicitamente dedicata a conquistare “una clientela da night-club da Parigi a New York passando per Ibiza o Los Angeles”. Una cuvée modaiola, prodotta da una Maison di recente storia, Malard , fondata solo nel 1996, e specializzata in “vins de niche… en privilégiant la qualité”, il cui lancio è avvenuto in contemporanea con il festival di Cannes, sulla celebre spiaggia californiana di Long Beach, che è stata battezzata Klub . Con la k. Roba da “popolo della notte” cui è espressamente destinata. Domanda stupida: ma a decidere le cuvée de Champagne prima che acquisissero potere le agenzie di marketing con sede sugli Champs-Elysées nel “prestigieux Immeuble Louis Vuitton“ una volta non erano solamente gli chef de cave?