Rimane un ricordo indelebile per chiunque abbia amato quel grande sport che è il ciclismo, soprattutto nella sua versione più autentica e genuina e meno inquinata (vedi l’ultimo clamoroso caso di Lance Armstrong ) dagli attuali tristissimi episodi di doping, l’immagine del grande ciclista trentino Francesco Moser (nativo di Palù di Giovo) che nel 1984, trentatreenne e con un palmarès forte di 273 vittorie su strada da professionista, tra cui un Giro d’Italia, tre Parigi-Roubaix, una Milano-Sanremo e un campionato del mondo sia su strada che su pista, a Città del Messico riesce a battere due volte nel giro di quattro giorni il record dell’ora che dal 1972 apparteneva a quel fenomeno di Eddy Merckx. Portandolo dapprima a 50,808 km, e poi alla stellare misura di 51,151 chilometri. Quegli oltre 50 chilometri percorsi nel breve volgere di un’ora costituiscono uno degli exploit più esaltanti e uno dei momenti più alti dello sport italiano e meritano di essere ricordati in ogni momento. Penso pertanto che ottima sia stata l’idea di celebrare questo momento di eccellenza utilizzando questo numero, 51,151 , per battezzare, prodotto nell’azienda agricola che Francesco Moser e la sua famiglia hanno creato a nord di Trento, nella zona del Maso Villa Warth, (nell’antichità già sede di una dimora vescovile circondata da un piccolo borgo e ovviamente da vigneti), un vino per sua natura ambizioso e votato all’eccellenza come un metodo classico. E precisamente il Trento Doc denominato appunto 51,151 , prodotto in poco più di 15 mila esemplari, prezzo franco cantina 14 euro, che i Moser (accanto a Francesco è molto attivo il figlio Carlo, dallo scorso dicembre vice presidente dell’Istituto del Trento Doc) producono da un calibrato mix di uve Chardonnay (90%) e Pinot nero (10%), da vigneti di 15-20 anni di età media, posti a 350-400 metri di altezza su terreni calcarei, allevati a pergola trentina e guyot, con una permanenza del vino a contatto con i lieviti nella fase cruciale del processo di rifermentazione in bottiglia mai inferiore ai due anni. Un Trento Doc , questo 51,151, la cui genesi e le cui caratteristiche vengono ben raccontate in video che sono presenti sul sito Internet aziendale . Un vino ben riuscito, come ho verificato nel mio assaggio (alla cieca) di circa 70 Trento Doc fatto giovedì 6 settembre in quella casa del vino e dei prodotti trentini, Palazzo Roccabruna , la cui enoteca meriterebbe di restare più aperta delle attuali cinque ore (dalle 17 alle 22, del giovedì e del sabato) previste dallo striminzito calendario di apertura. Un Trento Doc che esalta la freschezza ed il nerbo dello Chardonnay dei migliori vigneti di collina e montagna di cui la denominazione dispone. Colore paglierino verdognolo brillante e luminoso, si propone con un bel perlage fine e continuo nel bicchiere, con un naso molto fragrante, vivo, elegante, di nitida definizione, con note agrumate e di fiori bianchi in evidenza, accenni di crosta di pane e nocciola non tostata. Molto bene, all’insegna dell’equilibrio e della piacevolezza, anche la bocca, fresca, viva molto sapida, con bella articolazione, gusto largo e persistente caratterizzato da una bolla sapida e croccante ottima lunghezza e ricchezza di sapore. Un Trento Doc che si raccomanda particolarmente come aperitivo ma che grazie alla sua freschezza, al nerbo, alla buona struttura, può tranquillamente accompagnare antipasti e preparazioni varie a base di pesce.
Azienda Agricola Francesco Moser Maso Villa Warth Via Castel di Gardolo 5 Trento tel. 0461 990 786 fax 0461 950 551 e-mail info@cantinemoser.com sito Internet www.cantinemoser.com