Bene, dirà qualcuno, ora che ci ha informato che i millesimati di Cà del Bosco , il Brut, il Satèn, il Dosage Zero, hanno cambiato aspetto ed etichetta e sono stati ribattezzati Vintage Collection , può anche dirci se la qualità è cambiata? Devo rassicurare subito i fan, che sono numerosi, di questi vini e dire loro che il livello qualitativo (come pure il prezzo, ahinoi..) è rimasto inalterato. E se possibile si è ancora più innalzato. Qualcuno magari non sarà d’accordo, oppure giudicherà eccessivamente sbilanciata questa mia affermazione, ma io sono persuaso, e lo sono da molti anni, che di fronte a questo trio di Franciacorta millesimati ci troviamo ai vertici della denominazione e che sia difficile (non dico impossibile) trovare altri vini che siano tanto buoni e che vantino la stessa costanza qualitativa nel tempo. Vini buoni e molto buoni, se Bacco vuole, in Franciacorta, con tanti competitors sulla piazza, non mancano di certo, ma i fuoriclasse, gli “outstanding wines ”, quelli che fanno la differenza e segnano un netto distacco tra loro e gli altri, sono pochi e questi tre vini che compongono la nuova Vintage collection ne fanno sicuramente parte. Dirò di più, anche se riconosco la grandezza della Cuvée Annamaria Clementi , al mio gusto si attaglia maggiormente questo trio di vini, che hanno una piacevolezza e una capacità di beva davvero fuori misura. Fatta questa doverosa “esternazione”, ed espressa un’unica perplessità, legata alla bottiglia scelta, molto bella a vedersi, ma pesantissima, passo a raccontarvi le mie impressioni di degustazione del primo dei tre vini di questa nuova Collection che ho degustato, il Brut millesimato annata 2008 . Un vino semplicemente strepitoso sintesi di uve Chardonnay 55%, Pinot Bianco 15%, Pinot Nero 30%, provenienti da qualcosa come 22 vigneti diversi: 13 vigne a Chardonnay, dall’età media di 31 anni, ubicate nei Comuni di Erbusco, Adro, Cazzago San Martino, Corte Franca e Passirano, 2 vigne a Pinot Bianco, dall’età media di 21 anni, ubicate nel Comune di Passirano, 7 vigne a Pinot Nero, dall’età media di 19 anni, ubicate nei Comuni di Erbusco e Passirano. Uve vendemmiate nella terza decade dell’agosto 2008, con resa media per ettaro pari a 8.800 chilogrammi di uva, equivalenti a 3.800 litri di vino (resa in vino: 43%). Come prevede il protocollo tecnico della Vintage Collection le uve, “appena raccolte a mano in piccole cassette, vengono classificate e raffreddate. Ogni grappolo viene selezionato da occhi e mani esperte, per poi beneficiare di esclusive “terme degli acini”. Un particolare sistema di lavaggio e idromassaggio dei grappoli, tramite tre vasche di ammollo e un tunnel di asciugatura. Dopo la pigiatura in assenza di ossigeno, tutti i mosti dei vini base fermentano in piccole botti di rovere. Per ricercare la massima complessità aromatica e potenza espressiva, senza perdere eleganza, l’elevage in botte ha una durata di soli 5 mesi. Una coppia di serbatoi volanti permette il travaso dei vini per gravità, dalle piccole botti ai serbatoi di affinamento. Trascorsi 8 mesi dalla vendemmia si procede alle creazione della cuvée”. Il Vintage Collection Brut 2008 è, come dicevo, risultato di un’unione di 22 vini base di Chardonnay, Pinot Bianco e Pinot Nero che conferiscono al prodotto finito un particolare profilo, ricco e complesso. La maggior percentuale di Pinot Nero gli conferisce potenza e nobiltà, ulteriormente rafforzate da un lungo affinamento in bottiglia. Il dégorgement avviene in assenza di ossigeno, utilizzando un sistema unico al mondo, ideato e brevettato da Ca’ del Bosco. Questo evita shock ossidativi e ulteriori aggiunte di solfiti”. Con un affinamento sui lieviti intorno ai 48 mesi, e tiraggio del giugno 2009 (e sboccatura estate 2012, con un apporto in zuccheri pari a 2,5 grammi/litro) il vino, dati analitici che parlano di alcool: 12,5%, pH: 3,06; acidità totale: 6,15 grammi/litro; acidità volatile: 0,30 grammi/litro, è apparso in strepitosa forma al mio assaggio. Colore paglierino oro molto intenso, brillante, ricco di riflessi luminescenti, sprigiona nel bicchiere (in questo caso trovo adatto il nuovo calice Franciacorta ) un perlage molto sottile, continuo, dall’andamento piacevolmente zigzagante. Il primo impatto al naso è di quelli da autentico coup de foudre : freschissimo, delicato, elegantissimo, eppure complesso e ricchissimo di sfumature che vanno dalla nocciola e dalla mandorla appena tostata, alla frutta tropicale, alla pesca gialla sino al burro salato, alla crosta di pane, per poi passare alla gamma degli agrumi, dei fiori bianchi, con un’estrema finezza, una grande abbondanza di sale, una notevole mineralità che conferisce leggerezza, slancio al bouquet. E l’innamoramento, il colpo di fulmine continua e prosegue, più appassionato, con molti altri elementi a rafforzarne le ragioni (e come diceva Pascal Le cœur a ses raisons, que la raison ne connaît point ) dal primo attacco in bocca, che è contemporaneamente soave e delicato, carezzevole, eppure deciso, intenso, assertivo, con il vino che si dispone lentamente sul palato e lo conquista con peso e sostanza, grande ricchezza di sapore, acidità lunga e splendidamente calibrata, perfetto bilanciamento di tutte le componenti a costituire un insieme godibilissimo, succoso, vibrante, consistente, dotato di una bellissima spalla e di un gran nerbo. Un Franciacorta lungo, pieno, persistente, meravigliosamente godibile, motivo di vanto non solo per la storica Maison di Erbusco guidata da Maurizio Zanella e dal suo bravissimo enologo Stefano Capelli, dal 1990 responsabile della cantina, ma per l’intera denominazione. Sono Franciacorta come questo a decretarne, senza alcuna discussione possibile, la nobilitate…