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Si dice spesso, e con qualche ragione, che una denominazione come la Franciacorta ed i suoi vini abbiano un respiro esclusivamente italiano, quando non localistico o “padano” (come dicono i suoi immancabili detrattori). Però, anche se il rapporto tra consumi interni ed export è ancora decisamente minoritario per questa seconda voce, l’intraprendente zona vinicola bresciana si sta dando decisamente da fare per migliorare le cose. E permettere che un numero crescente di consumatori esteri possano scoprire i pregi e le peculiarità delle “bollicine ” prodotte tra il Monte Orfano e il Lago d’Iseo. Ma su quali mercati cercare di sfondare, dove investire in termini di comunicazione e promozione? Ovviamente la Svizzera, la Germania ed i mercati del nord Europa, e, anche se molto limitatamente, gli Stati Uniti e il Giappone. Ma poiché ai franciacortini piacciono le sfide difficili ed i confronti tosti ecco il Consorzio decidere di provare un cimento molto difficile e, almeno teoricamente, con poche possibilità di successo, ovvero proporsi su quel mercato che, dopo la Francia, è il primo consumatore mondiale di quei celeberrimi “méthode champenoise ” che vengono prodotti nella mitica zona di Reims ed Epernay, con 32.445.352 milioni di pezzi importati nel 2012. Sto parlando del Regno Unito e di quel mercato inglese che è storicamente Champagne-fan, e dove stanno prendendo spazio, anche se i numeri sono piccolissimi, gli English Sparkling wines. Per la serie “mission impossible ”, but we must try, giovedì 4 luglio a Londra , nientemeno che presso l’Italian Embassy , 4 Grosvenor Square, si terrà la prima organica presentazione ufficiale dei Franciacorta Sparkling wines in terra britannica. Dapprima, alla presenza dell’Ambasciatore italiano, Pasquale Q. Terracciano, e del presidente del Consorzio Franciacorta Maurizio Zanella, un “dibattito sul potenziale della Franciacorta e dei suoi vini sul mercato inglese” e quindi, dalle 2 alle 6 p.m. wine tasting di Franciacorta Docg. Prossimamente altri dettagli sulle aziende partecipanti, ma la notizia, che ho appena appreso da un collega wine writer britannico che mi chiedeva se sarò anch’io presente all’evento, meritava di essere data subito. Con un plauso al Consorzio per l’intraprendenza di questa incursione in terra inglese.
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