Un primo articolo di Michael Edwards sul blog Michael’s bulles de champagne
Registro con piacere che sul suo blog Michael’s bulles de champagne un caro amico e collega inglese, Michael Edwards , freelance wine e food writer specialista della Champagne, cui ha già dedicato altri due libri, tra cui The Champagne Companion (vincitore del Prix Lanson) e la Pocket Champagne guide, a suo tempo pubblicata con il titolo di Champagne e spumanti di tutto il mondo da Rosenberg & Sellier, collaboratore di The World of Fine Wines, Harpers, Drink Business e altre testate e autore di ‘The Finest Wines of Champagne (Louis Roederer International Wine Book of Year 2010) ha dedicato il primo di quella che vuole essere una serie di articoli alla Franciacorta. Come potete leggere qui , Edward ricostruisce per sommi capi la storia della zona vinicola bresciana che definisce “the region has established itself as the home of Italy’s finest spumante ”. Nell’articolo riferisce del diverso pensiero di diverse aziende circa il ricorso ed il ruolo del Pinot bianco nelle cuvée, che alcune aziende rifiutano o cui hanno rinunciato senza problemi, ma che per alcuni, ad esempio il deus ex machina di Cà del Bosco, nonché presidente del Consorzio Franciacorta, Maurizio Zanella, continua ad avere una certa importanza, perché, dice “an element of Pinot Blanc is essential to maintain the finesse of the wines”, ovvero una quota di Pinot bianco è essenziale per salvaguardare la finezza dei vini. Il wine writer inglese dedica poi spazio ad un’azienda franciacortina in particolare, Il Mosnel , oggi condotta da Lucia e Giulio Barzanò. Ricostruita per sommi capi la storia dell’azienda ed il suo modo di lavorare Edwards raccomanda “caldamente” tre vini. Il Franciacorta Brut NV, cui attribuisce una valutazione, in ventesimi, di 16,5, il Satèn, da uve della vendemmia 2009, definito “setoso e cremoso” e “grande aperitivo”, con una valutazione di 17/20 ed il Franciacorta Mosnel riserva 2007, cuvée di 40% Chardonnay, 40% Pinot Bianco, 20% Pinot Nero che secondo l’autore “this is more fine wine than spumante ”, definito “elegante, aromatico, morbido, reso più complesso da una buona maturità fenolica e senza tracce di note verdi”. Chiude con una definizione di “eccezionale” e con uno squillante punteggio di 18 ventesimi. Il che arrivando da un grande esperto e conoscitore di Champagne non è certo male…
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Attenzione! non dimenticate di leggere anche Vino al vino
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