Anche se c’è chi in Italia, dando letteralmente i numeri , lo dà in caduta verticale, ovviamente sorpassato da “spumanti” generici, in larga parte metodo Charmat, lo Champagne affronta il periodo cruciale dell’anno, quello che determina in larga parte i risultati del fatturato finale, il periodo settembre-dicembre, confortato da dati interessanti. Come si legge sul blog specializzato transalpino Champagne, un monde de bulles , i dati più recenti relativi alle “expéditions de vins de Champagne” indicano una sostanziale tenuta delle “bollicine” prodotti dalle Maison di Reims, Epernay e dintorni. I dati più recenti, relativi al mese di luglio 2013, parlano di un volume di 23,3 milioni di bottiglie, in leggero rialzo, uno 0,5%, rispetto al luglio 2012. I consumi in Francia continuano ad essere in ribasso (- 3,8%), i Paesi terzi segnano un leggero calo (-0,7%) dopo mesi tutti con il segno più, mentre sono i Paesi dell’Unione europea a fare segnare un netto progresso: (+11,9%). In totale da gennaio sono state spedite 131,4 milioni di bottiglie, con un calo del 2,4%. I Paesi terzi, che comprendono un 24,2% delle spedizioni, fanno registrare un aumento del 5,1%, i Paesi dell’Unione Europea (il 22,6% delle spedizioni) calano del 4%. La Francia, che comprende tuttora il 53,2% delle spedizioni, segna un calo del 4,9% e si ferma a poco meno di 70 milioni di bottiglie, contro i 29,7 dei Paesi comunitari. Quanto alle proiezioni e previsioni totali, secondo l’andamento attuale potrebbero segnare un calo, tutto sommato accettabile, del 3,1% e le spedizioni a fine 2013 dovrebbero fermarsi intorno ai 305,4 milioni di bottiglie. Questo con buona pace di chi ciarla di una caduta verticale dei consumi dello Champagne nel mondo. Ovviamente a tutto vantaggio non solo di molti risparmiosi Cava spagnoli, ma dell’armata Brancaleone dello “spumante italiano”, in larga parte dominato da vini di poco prezzo metodo Charmat.
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