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Vado di corsa (sono reduce da una degustazione di qualcosa come 85 Franciacorta fatta in compagnia del collega wine writer britannico Tom Stevenson e domani e dopodomani ce ne toccheranno altrettanti…) e non ho tempo e soprattutto energie e concentrazione per scrivere un post compiuto e riflessivo. Voglio solo dire con grande soddisfazione, essendo stato l’autore di questa idea (Maurizio Zanella l’ha definita simpaticamente una “totale follia”, che ha però contagiato il Consorzio Franciacorta che l’ha accolta e tradotta in realtà) che l’esperimento di English Sparkling wines tasting organizzato ieri, e che ha visto il Consorzio bresciano ospitare i vini di un’altra denominazione, seppure estera, é stato un clamoroso successo.
Lo é stato per il nome e la qualità di chi ha presentato in degustazione in maniera impeccabile i vini, una delle più grandi autorità del mondo in materia di metodo classico, Mr. Tom Stevenson, lo é stato per l’audience che l’evento ha raccolto, un centinaio di persone, tantissimi produttori franciacortini, soprattutto le nuove generazioni, quelli che rappresentano il futuro della denominazione, molti bei nomi della stampa specializzata e del mondo dei wine blog, e per l’evento in sé, che ha suscitato grande curiosità e interesse e che é stato giustamente considerato come una bella occasione di approfondimento culturale, per capire quello che altri stanno facendo con le “bollicine” nel mondo. Quello che con felice sintesi Stevenson ha definito “An acid trip “, un viaggio nell’acidità (con le immagini e le note degli indimenticabili quattro ragazzi di Liverpool, The Beatles), peculiarità che ai dieci sparkling wines degustati ieri certo non mancava, come pure una certa dolcezza, dovuta ai 10 e anche 12 grammi di zucchero per litro presenti nei vini, é stato un testing che ci ha fatto capire molte cose, che il mondo del metodo classico si evolve e si muove, che nuovi competitors si affacciano sulla scena produttiva e sui mercati, che stili diversi vanno ad incontrare il giudizio dei consumatori.
E la qualità dei vini mi chiederete voi? Su quella datemi il tempo di ragionare e di avere il tempo, next week (il mio maxi Franciacorta tasting continuerà sino a venerdì e poi domenica sarò io a volare a Londra per un wine tasting di Barolo 2009 per The World of Fine wine ) per mettere insieme un ragionamento compiuto e un’analisi dei vini degustati. Nessuno dei quali, lo confesso en passant, mi ha particolarmente colpito o emozionato. Per ora lasciatemi godere il colpo d’occhio di questa sala piena, di tanti giovani produttori presenti, di giornalisti e sommelier (cito su tutti gli amici Giorgio Rinaldi e Nicola Bonera che buona parte di questi vini già conosceva), che hanno passato alcune ore di un martedì pomeriggio per saperne di più, per imparare, per allargare gli orizzonti e “open the mind”. Questa la Franciacorta che mi piace e dove mi sento come a casa mia…
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