Ma titolare “Prosecco batte Champagne” è un non senso, pura propaganda non informazione
A pochi giorni dalla fine del 2013, anche se non se ne conoscono ancora le dimensioni si sa già che lo Champagne, così com’è accaduto nel 2012, dovrà registrare un calo nella spedizione delle proprie magiche bouteilles . Resteranno molto lontani i 322.951.807 di pezzi del 2011 e rispetto alle 308.837.119 bottiglie spedite nel 2012 si scenderà ancora fermandosi poco sopra ai 300 milioni di pezzi.
Le stime al ribasso di cui si parlava, ad esempio in questo post a settembre, del 3,1% con spedizioni che a fine 2013 avrebbero dovuto fermarsi intorno ai 305,4 milioni di bottiglie, sono state ulteriormente ribassate, come si può leggere in questo post pubblicato dal blog specializzato francese, Champagne un monde de bulles .
Le più recenti stime fornite dal CIVC , riferite al mese di ottobre, indicano un volume mensile di 36,1 milioni di bottiglie, con un calo rispetto all’ottobre 2012 del 5,2. In ottobre i riferimenti sono stati tutte di segno negativo: Champagne delle grandi Maison – 0,8%, Champagne dei vignerons – 13,4%, Champagne delle cooperative – 21,5%. In calo del 10,1% le vendite nell’Unione Europea e del 4,2% in Francia e l’unica progressione, dello 0,7%, arriva dai Paesi terzi. Tutto questo porta ad una proiezione sulle spedizioni complessive del 2013 che segnerebbe un calo del 4,2%, con 302,5 milioni di bottiglie spedite, ovvero oltre sei milioni in meno.
Sicuramente un risultato del quale non essere entusiasti, ma sicuramente comprensibile data la situazione di crisi ancora in atto, che ha portato ad una contrazione dei consumi a 360 gradi e che non poteva non colpire un bene considerato di lusso, più nell’immaginario che nella realtà, come lo Champagne.
Sono lontane le 338.796.703 spedite del 2007 e i 322.951.807 di pezzi del 2011, ma restando saldamente al di sopra dei 300 milioni di pezzi venduti e non svenduti non si scende, parlando di un periodo in cui la crisi economica si era già ampiamente manifestata, ai livelli del 2009 quando le spedizioni scesero, sotto i 300 milioni a 293.330.613. Con una stima di 302,5 milioni di pezzi lo Champagne si colloca a livello del 2004 quando le spedizioni furono di 301.420.052. Ma sono sempre 300 milioni abbondanti di bottiglie, vendute bene, spesso a livelli di prezzo che il vino italiano se lo può sognare.
La petite crise dello Champagne può pertanto autorizzare a titolare trionfalmente Prosecco batte Champagne solo i professionisti dell’informazione a spanne, quelli che poiché hanno le “bollicine” entrambi mettono sullo stesso piano Champagne e Prosecco. Poiché sarebbero entrambi “spumanti”. Quelli che magari brindano al “sorpasso” nel nome dell’autarchia enoica e dicono che il Prosecco ha “spezzato le reni ” allo Champagne, mettendo le mani sui fianchi ed esclamando in tono roboante “Vincere e vinceremo ”…
Sicuramente il mero riscontro numerico dirà che “Prosecco batte Champagne 330 milioni a 300 milioni ”, ma i due prodotti non si possono nemmeno lontanamente paragonare e farlo è ridicolo, strumentale, esempio di cattiva informazione. E’ un po’ come dire che le vendite delle utilitarie, spesso scelte perché costano poco, hanno superato le vendite delle berline.
I Prosecco (Docg e soprattutto Doc) “battono” lo Champagne, perché sono il prodotto simbolo, la wine commodity perfetta, cheap e disponibile in larghi volumi, facile da bere, comprensibile da tutti, anche da chi di vino non capisce un tubo, per quest’epoca di crisi. Ma si tratta di un’alternativa unicamente di prezzo e non di gusto, perché chi si è formato il palato sullo Champagne e ha un gusto Champagne non potrà mai, a meno che non abbia consegnato il palato all’ammasso, passare al Prosecco.
Va benissimo pertanto, è giusto, comprensibile, che ad esultare per il “sorpasso” sia il mio amico Gianluca Bisol , produttore di ottimi Conegliano Valdobbiadene Docg, e non di prosecchini generici (quelli che determinano la forza d’urto ed il propellente che consente il “sorpasso”), dichiarando: “Quest’anno possiamo dire che siamo di fronte a un fatto storico: guardando i dati consuntivi dell’export 2013 il Prosecco è lo spumante più venduto nel mondo, battendo per la prima volta Champagne e Cava spagnolo”.
Un organo di stampa serio non può farlo, non può accettare la logica del Prosecco uguale a Champagne nel nome dello “spumante”, deve distinguere, fare informazione corretta, sottolineare che un paragone tra i due prodotti non ha senso, che si tratta di vini profondamente diversi, per storia, tecnica produttiva, modalità d’uso, costi di produzione, prezzo. Vini che in comune hanno solo quelle “bollicine” che ci sono anche nell’acqua minerale e nelle bibite gassate.
E se quest’organo di stampa non fa questo distinguo, se non fa chiarezza a tutto vantaggio del consumatore, non fa più informazione, ma solo propaganda . Si spera solo a titolo gratuito, perché altrimenti diverta marchetta …
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