Devo ringraziare una presenza assidua di questo blog, ovvero Fabiano Giorgi , produttore oltrepadano già vicepresidente del Consorzio vini Oltrepò , nonché attuale presidente di quel Distretto del Vino di qualità dell’Oltrepò Pavese che ha qualche problema in quanto a comunicazione , per aver detto la sua, insieme ad altri produttori targati O.P. intervenuti, nel mio post di indignazione per la non conferma (leggasi “cacciata”) del bravo ex direttore del Consorzio Oltrepò Matteo Marenghi .
Non siamo notoriamente amiconi io e Giorgi, anche se devo riconoscergli la correttezza dell’accettare di presentare i campioni dei suoi metodo classico a tutte le degustazioni di “bollicine” oltrepadane cui partecipo, e non ho mancato (e sicuramente non mi mancherà occasione anche in futuro) di punzecchiarlo per alcune sue scelte di comunicazione a mio avviso discutibili, però i vini, tanti, troppi, li sa fare. E quasi sempre, nelle degustazioni alla cieca, sono vini che mi convincono. E di cui mi “tocca” scrivere.
E’ questo il caso, degustato dapprima a giugno in una mini degustazione consortile e poi in novembre, in quel di Stradella in una bella degustazione organizzatami da Fabrizio Calì, Stefano Torre, Salvatore Trotta di Wine Not Italy , un’agenzia di marketing e comunicazione dedicata alla valorizzazione del settore viti-vinicolo dell’Oltrepò in campo internazionale, dell’Oltrepò Pavese Docg Gran Cuvée storica 1870 annata 2009, un Pinot nero in purezza, da uve provenienti da vigneti posti da 250 a 400 metri di altezza siti in Montecalvo Versiggia, S.Maria Della Versa, Rocca De’ Giorgi.
Uno dei vari “spumanti”, come lui si ostina a definirli sul proprio sito Internet , Charmat e metodo classico, prodotti, con uve raccolte a mano in cassetta, fermentazione in acciaio, affinamento sui lieviti protratto per 36 mesi e dosaggio di 7 grammi zucchero litro. Intendiamoci, restiamo sempre nell’ambito di una stilistica diffusa oltrepadana, con “bollicine” ad uso decisamente gastronomico, che necessitano dell’abbinamento a piatti ben sostanziosi per reggere e bilanciare la loro struttura, ma si tratta comunque di vini che per chi ama questo genere dove la sostanza prevale sulla finezza si pongono come vini di riferimento.
Questa “Gran Cuvée storica 1870 ” – a Giorgi, cui non fa difetto la fantasia, piacciono le definizioni un po’ roboanti, che dovrebbero conferire ancora più importanza e allure alla presentazione – si propone con colore molto intenso, quasi ramato più che oro, perlage sottile e abbastanza fitto, naso pieno, grasso, ricco e burroso, con grande intensità di frutta gialla, una vena di pera e mela candita, di agrumi e ananas, molto secco, diretto incisivo e di non particolare finezza, con note di lieviti e crosta di pane in evidenza. Bocca molto piena e strutturata, gusto molto vinoso, di grande persistenza lunga e piena, manca un po’ di scatto e dinamismo, e si compiace di una certa morbidezza con spuma fine e non aggressiva. Un Oltrepò Pavese metodo classico largo e pieno di sapore, persistente e salato, che potrete abbinare, perché no, ad un benaugurale, anche se siamo già nel Nuovo Anno, cotechino con lenticchie.
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Attenzione! non dimenticate di leggere anche Vino al vino
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