C’è spesso una non sufficiente chiarezza (anche nelle definizioni non aggiornate contenute nel Dizionario delle bollicine presente nel blog, che provvederò con urgenza a modificare) relativa alla classificazione in base al residuo zuccherino consentito nelle diverse tipologie di Champagne e metodo classico. Gli stessi termini utilizzati possono indurre in inganno e far credere una cosa invece di un’altra. Ritengo pertanto utile ricapitolare quanto previsto dalla legislazione vigente, passando dai vini più secchi, quelli con minore tenore zuccherino, a quelli più morbidi e dolci.
Alla base, con uno zucchero inferiore ai tre grammi litro , troviamo vini che possono riportare in etichetta la dizione Brut nature, Pas Dosé, Dosaggio Zero, Brut Zero, Brut natural . Sono vini che non hanno avuto addizioni di zucchero dopo la presa di spuma e al momento della sboccatura il livello viene ristabilito solo aggiungendo altro vino delle stesse caratteristiche. E non la liqueur d’expedition.
A salire, con uno zucchero compreso tra 0 e 6 grammi di zucchero troviamo gli Extra Brut .
A metà, e compongono larga parte della produzione di molti metodo classico e vedono una notevole variazione nel dosaggio degli zuccheri sono i Brut , che devono presentare un tenore zuccherino inferiore ai 12 grammi litro . C’è Brut e Brut: ce ne sono alcuni che hanno un dosaggio quasi da Extra Brut e che li colloca, volendo, nella categoria degli Extra Brut e Brut con un dosaggio superiore ai sei grammi, che può spingersi sino ai dieci e oltre ma molto spesso staziona nella fascia tra 7 e 9.
Troviamo poi, ma sono prodotti marginali nella categoria dei metodo classico, gli extra dry ed extra sec , con una quota di zuccheri variante da 12 a 17 grammi litro .
A salire i dry, sec , o asciutto , con percentuali varianti da 17 a 32 grammi litro , quindi con zuccheri tra 32 e 50 grammi litro troviamo i demi-sec, medium dry e abboccati e infine con una percentuale di zucchero superiore ai 50 grammi litro troviamo i doux , ovvero dolce.