Due notizie di segno diverso in arrivo dalla Franciacorta , una molto positiva, indice di un senso di responsabilità verso il territorio e di una volontà di preservarlo, e una che fa pensare che per taluni Franciacorta sia solo un bel nome da sfruttare senza pensare ai danni che azioni del genere possono fare.
La bella notizia è che la zona vinicola bresciana grazie ad un accordo tra i Comuni che ne fanno parte, con la fattiva collaborazione del Consorzio Franciacorta e del Dipartimento di Prevenzione Medico dell‘ASL di Brescia, “potrà contare su un regolamento unico in materia di utilizzo degli agrofarmaci per normare le modalità di distribuzione dei prodotti fitosanitari sui vigneti, soprattutto laddove i contesti urbani coesistono con l’attività agricola”.
Questo accordo, denominato ‘Terra della Franciacorta ’, punta a “pianificare uno sviluppo responsabile, coerente, sostenibile del territorio delimitato dai confini della DOCG”. Antonio Vivenzi, coordinatore del progetto ‘Terra della Franciacorta’ e Sindaco di Paderno Franciacorta, dichiara che con “questo regolamento diamo dimostrazione concreta che è possibile lavorare insieme per portare valore al territorio e alla popolazione, andando ben oltre ogni personalismo”.
Si tratterà, afferma il presidente del Consorzio Franciacorta Zanella, “di uno strumento normativo univoco che pone dei vincoli più stretti di quelli indicati dalla normativa vigente: un segnale concreto di attenzione e sensibilità ulteriori verso l’ambiente, il territorio, la popolazione”, un documento ottenuto “grazie alla condivisione di conoscenze, informazioni, competenze, tra numerosi soggetti del sistema Franciacorta, che hanno rinunciato a un poco del proprio ‘potere’ in favore della collettività”.
Entrando nella fase operativa Vittorino Turra, Assessore Ecologia Comune di Erbusco, sostiene che “il documento anticipa le indicazioni nazionali e comunitarie. Tra le norme contenute un interessante elemento di novità è il tema dei controlli in campo e delle sanzioni, che verrà affidato ai Vigili Urbani dei Comuni. Per la loro formazione sarà organizzato un corso studiato ad hoc dai tecnici del Consorzio Franciacorta e dell’ASL, grazie al quale apprenderanno nozioni utili a regolamentare questo delicato ambito a fronte di dati certi e univoci”.
Questa la notizia positiva, virtuosa, che indica una volontà della Franciacorta di agire unita e responsabilmente, di fare fronte unito, di darsi una maggiore sensibilità ambientale.
La notizia negativa, che apprendo da questo post pubblicato sul blog Terra uomo cielo testimonia come continui una politica, molto discutibile (eufemismo) di vendita di Franciacorta a prezzi molto bassi (qui si parla di 5,80 euro ), anzi della preparazione e del confezionamento di vini espressamente destinati alla vendita in catene della GDO dove quel che fa premio è unicamente il prezzo basso.
Fenomeni del genere, ampiamente stigmatizzati dal Consorzio e dalla stragrande maggioranza dei produttori, si erano già verificati nel corso del 2013, ma il loro ripresentarsi oggi fa pensare che qualche soggetto produttivo abbia fatto il passo più lungo della gamba e pensi a rientrare, a qualsiasi costo, dagli investimenti fatti, senza preoccuparsi affatto del danno d’immagine che causa non solo alla propria azienda, ma all’intera zona di produzione.
Perché è letteralmente impossibile pensare che un metodo classico affinato, da disciplinare, almeno 18 mesi sui lieviti, possa essere commercializzato a livelli di prezzo così bassi. Se così accade, c’è sicuramente qualcosa che non funziona, che non va bene, che non corrisponde a quello spirito di squadra, a quella precisa volontà di operare congiuntamente, nell’interesse comune, che caratterizza, come dimostra l’adozione di un regolamento unico per l’utilizzo degli agrofarmaci, l’operare franciacortino.
Far finta di nascondere la testa sotto la sabbia come gli struzzi non serve, meglio ragionarci sopra.