Champagne loves Prosecco: solo un titolo ben riuscito
Voglio tornare brevemente sulla nota, pubblicata mercoledì 20 , dove esprimevo incredulità sul fatto che il mondo Champagne possa non avere paura, ma anzi “accogliere la crescita del Prosecco in terra britannica con piacere”, convinto che “grazie al boom delle bollicine venete, e più in generale di tutti i vini spumanti, la platea dei consumatori (di Champagne – ndr) è destinata ad ampliarsi”.
Secondo questa lettura, data da un sito Internet italiano, ma di cui non ho trovato testuale testimonianza negli articoli dedicati a questo tema dagli organi di stampa britannici, il boom del Prosecco, cresciuto in un solo anno del 54% in UK e “capace di conquistare gli scaffali dei supermercati e i banconi dei bar, rendendo le bollicine improvvisamente giovani e popolari” sarebbe un “bene anche per lo Champagne, che in futuro potrà contare su una platea più ampia”.
Come osservavo nel precedente post, se l’italiano ha ancora un senso, dalla lettura della nota si evincerebbe che il mondo dello Champagne in qualche modo “benedica” il successo del Prosecco e lo consideri un “alleato” per ampliare il mercato delle “bollicine” ed il numero di consumatori che le prediligono ai vini fermi. Una benedizione strana alla luce dei numeri di fine 2013 in UK che vedono il Prosecco salire fortemente e lo Champagne scendere.
Risultati commerciali a parte, ci sono altri due elementi che rendono un’ipotetica “alleanza” o un accordo di non belligeranza tra Champagne e Prosecco impensabile e utopico anche per i due Consorzi del Prosecco, quello del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg e quello del Prosecco Doc , e lunare, per non dire stravagante o altro, l’idea che il Prosecco possa “tirare la volata” e non invece “fare la guerra” allo Champagne. Sono considerazioni sia di tipo economico che legate al gusto.
E’ chiaro a tutti che ovunque, anche in UK, primo mercato estero dello Champagne, il prezzo di uno Champagne, anche il più cheap , è decisamente superiore e non di qualche penny, al prezzo di un Prosecco , anche il più costoso nella gamma dei Prosecco Superiore. Il cui volume di vendita in UK è inferiore al volume di vendita del Prosecco Doc.
Il consumatore medio inglese che ha scelto il Prosecco e ha determinato il successo dello Charmat veneto-friulano lo ha fatto sia per il suo easy drinking style , per il suo essere non impegnativo, perché ormai lo trova facilmente ovunque, ma soprattutto per un prezzo che rispetto a qualsiasi Champagne è clamorosamente concorrenziale. E questo in tempi di crisi economica – che tocca anche il Regno Unito – è cruciale e vincente.
Per questo motivo chi si abitua a comprare Prosecco e a pagare il prezzo, accessibile e talvolta cheap, al quale lo “spumante” del nord est è disponibile in UK, molto difficilmente passerà allo Champagne e sarà disponibile a spendere molto di più per bere il vino francese. Se ci si abitui a pagare poco per un prodotto facile e che non mette in difficoltà (ma che non fa nemmeno sfiorare l’eno-empireo…) e che è diventato trendy , per quale motivo si dovrebbe sborsare molto di più per un prodotto che anche dal punto di vista gustativo è ben più impegnativo?
Come può il Prosecco essere un ponte verso il progressivo passaggio allo Champagne? Non può esserlo e non solo perché lo Champagne costa molto di più, ma soprattutto perché lo Champagne e i vari Prosecco presentano un gusto profondamente diverso. Se ci si abitua al gusto del Prosecco, rotondo, morbido, abboccato, con un residuo zuccherino ben presente, con una componente fruttata molto diretta, e poi ai profumi, dominati da una componente aromatica intrigante e diretta, non ci si potrà poi trovare a proprio agio con i profumi, non aromatici, molto più complessi, ricchi di sfumature, non elementari, e con il gusto, molto più secco anche nel caso dei Brut che arrivano ad utilizzare sino in fondo i 9 grammi di zucchero per litro, con un nerbo acido importante, un dinamismo, uno scatto, e una tessitura, più ricca e articolata, rispetto a quella della media dei Prosecco, di un buon Champagne.
In UK chi si è abituato a bere Champagne molto difficilmente passera, e si ritroverà nel Prosecco . Chi si fa la bocca e forma il proprio gusto su quello del Prosecco, e mi riferisco ai nuovi consumatori, a quelli giovani, a quelli che hanno una disponibilità di spesa ridotta, e che trovano easy e non impegnativo lo Charmat veneto-friulano , è improbabile possa poi passare, dovendo inoltre spendere di più e adattare il proprio gusto a quello del vino francese, allo Champagne.
Appartiene solo alla fantasia e ai sogni pensare ad un consumatore, onnivoro, e soprattutto bubbles fan , che apprezzi e consumi indifferentemente Prosecco e Champagne, il primo nella quotidianità e il secondo nelle “occasioni speciali” e che li ami entrambi perché hanno le “bollicine”….
Per questo motivo credo che titolare “Champagne loves Prosecco “, come ha fatto disinvoltamente un sito Internet italiano , costituisce sicuramente una brillante trovata giornalistica, alla quale plaudo, ma non rispecchia la realtà delle cose, perché il Prosecco non potrà mai “convertire” vecchi o nuovi consumatori alla causa dello Champagne. E ne sarà sempre, come dimostra il calo dei consumi avvenuto in UK nel 2013, un competitor, non certo un, più o meno consapevole, alleato.
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