Un’esemplare serie di spot pubblicitari della Codorniu
Sul fatto che io sia un dannato, fottutissimo nazionalista, e che per di più, da lombardo, io abbia maturato, nel tempo, enoicamente parlando, anche se l’anagrafe dice che sono milanese di nascita ma residente a Bergamo da anni 48, un fortissimo orgoglio franciacortino lo sanno anche i sassi.
E che m’incavoli, macché diciamola tutta, m’incazzi di brutto quando in quella terra benedetta da bollicine accadono cose che non mi convincono , è palesemente acclarato.
Sono un franciacortino-franciacortino d’adozione, che ha avuto il privilegio, e con me l’amico indimenticabile Francesco Arrigoni , di vedere nascere nel 1990 il Consorzio Franciacorta , forte di una coesione e di uno spirito che avrebbero spaccato il mondo (e in parte l’hanno fatto), animato da personaggi che costituivano davvero già allora una “unione di passioni”, e che hanno realizzato qualcosa di grande.
Ricordo quei tempi eroici, un po’ “spacconi” – ma accidenti bisognava emergere e farsi conoscere e per farlo non si può sempre procedere in punta di piedi… – quando largamente ispirati dal “meglio fico der bigoncio ” della zona vinicola bresciana (con tutto l’ampio, sincero, doveroso e voluto rispetto per i Paolo Rabotti, i Giovanni Cavalleri, i Franco Ziliani, l’Altro, il Grande, i Gualberto Ricci Curbastro, le Emanuela Barzanò Barboglio, le Pia Donata Berlucchi, gli Agostino Uberti, ecc.) ovvero il mio coetaneo Maurizio Zanella si lanciavano clamorosi e se Bacco vuole orgogliosi e grintosi slogan pubblicitari riferiti al Franciacorta, cito a memoria, “se fosse nato in Francia si chiamerebbe Champagne”. E altri sullo stesso tono, che come avrebbe detto Paolo Conte , con i francesi del Civc che “si incazzano, che le balle ancora gli girano”, gli stessi francesi che però “ci rispettano”. Per questo motivo, io franciacortino, ad honorem, ovviamente autonominato, visto che nessuno si sogna di considerarmi tale (nemo propheta in “quasi” patria …) quando ho letto questa news di Harpers , e ancor più quando ho visto, con gioia crescente, i vari video cui faceva riferimento, resi più trionfali da una musica perfetta per l’occasione, ho pensato a quella Franciacorta forte, coesa e trionfale , ahimé un po’ lontana da quella di oggi, che sembra aver un po’ perso la sua anima originaria, la sua determinazione e dove accadono cose che mi sconcertano. Una Franciacorta che vorrei tornasse a quello spirito a quell’orgoglio, a quella spavalderia di un tempo.
Quella di cui, con una trovata geniale, per la quale vorrei stringere la mano e abbracciare l’ideatore, ha dato prova la celeberrima, grande bodega di Cava Codorniu , con una campagna pubblicitaria, destinata agli Stati Uniti, ma anche al mercato interno spagnolo, basata sul claim No somos Champagne, somos Codorníu. Desde 1551 .
Guardatela questa campagna , in inglese, animata da personaggi come Anna de Codorníu , e poi in spagnolo con le voci di Silvia Zamora , Miriam Ponsa , l’enologo Bruno Colomer , il musicista Biel Ballester , fino al manifesto , recitato con una voce trionfante di sano orgoglio catalano più che spagnolo, che chiude con questa affermazione No som champagne. Som Codorníu .
E ditemi se anche voi, a meno che non siate dei tristi e un po’ sfigati eno-snob antifranciacortini in servizio permanente effettivo, non vorreste che la Franzacurta avesse la forza, le palle, un pizzico di sana arroganza per dare vita ad uno spot così, con tanto di claim finale Non siamo Champagne (con tutto il rispetto). Noi siamo Franciacorta !
Non sarebbe un modo, bellissimo, di lanciare un segnale forte all’esterno, ai consumatori, ma soprattutto all’interno, a tutte le aziende, nessuna esclusa, che rivendicano questa denominazione? Forza franciacortini, fuori i maroni boia fauss !
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Attenzione!: non dimenticate di leggere anche Vino al vino www.vinoalvino.org e il Cucchiaio d’argento !