La Cuvée Annamaria Clementi 2005 nei Top 20 Sparkling di Jancis Robinson
Ero molto incazzato, credo lo si sia capito leggendo e guardando la foto a corredo , per la brutta notizia, da bandiera a mezz’asta, che qualche buontempone/a ha definito, bontà sua, “polemiche inutili” (forse perché ho rotto un muro di omertà, complicità, compiacenza che in Sicilia chiamano con una parola che ora non ricordo bene… ) del Franciacorta Docg di una nota e storica azienda finito tristemente sugli scaffali di Esselunga ad un prezzo “civetta” ridicolo e offensivo, 6,89 euro . E manco con la dicitura salva faccia del sottocosto…
Così incazzato che fregandomene altamente delle convenienze, delle amicizie, delle prevedibili prese di distanza (solo ufficiose e sussurrate, perché nessuno ha avuto gli attributi di dirmi in faccia che ho fatto male a scrivere quel post di cui sono orgoglioso) ho detto a muso duro, senza sfumature e attenuazioni conformiste-pavide-servili (ca..o la Guido Berlucchi è una Grande Azienda, un grande marchio e tu la critichi così?) quello che pensavo.
Esprimendo la mia malinconia, io che della Franciacorta sono solo un tenace sostenitore e un semplice commentatore, senza manco mezzo ettaro di vigneto di proprietà, o altro tipo di interessi, per vedere offuscata l’immagine di quella zona in cui credo e messo in pericolo il lavoro di tante donne e uomini del vino, che si sono fatti un mazzo così per far diventare la Franciacorta quella cosa che é. Quella realtà di cui, durante il mio recente soggiorno a metà ottobre in Champagne, almeno cinque persone mi hanno parlato con grande rispetto, chef de cave, addetti commerciali, responsabili della comunicazione, anche in una Maison storica come Charles Heidsieck .
Oggi invece le bandiere a mezz’asta tornano a garrire, per la bella notizia, non vi fornisco il link, perché per leggere gli articoli su quell’autorevolissima testata bisogna compilare un form, secondo la quale Jancis Robinson , non una penna qualsiasi, ma Jancis Robinson , quella bella signora e prestigiosa collega che alcuni anni fa ha accettato il mio invito a partecipare ad una manifestazione in Puglia, nella sua rubrica sul Financial Times ha parlato di 20 Top Sparling wines .
E cosa ha fatto Jancis? Ha inserito nella sua selezione, accanto a 17 Champagne e a due English Sparkling wines, un vino italiano con le bollicine? Un Prosecco? Non scherziamo? Un Trento Doc? Non pervenuto.
Cosa poteva dunque scegliere Jancis con questa testuale introduzione “Proof that Italy’s finest fizz can be every bit as good as Champagne at the same price” se non un Franciacorta Docg? Certo non quello da 6,89 sullo scaffale o altri di aziende che se appena avessero potuto i loro vini a quel prezzo avrebbero piazzato senza esitazioni, bensì, la crème de la crème franciacortina, ovverosia il Franciacorta Cuvée Annamaria Clementi millésime, pardon, annata, 2005, della Cà del Bosco , raccontato con queste testuali parole, che non traduco, perché i lettori internazionali di Lemillebolleblog capiscono l’inglese e non si limitano certo al bresà:
“Proof that Italy’s finest fizz can be every bit as good as Champagne at the same price. With 55% Chardonnay, 25% Pinot Blanc and 20% Pinot Noir this top bottling seems to be both rich and delicate. There’s a certain softness but also real zestiness and refreshment. All the grapes, including Pinot Blanc, for this blend are fermented in barrique but there is no trace of oakiness, just sheer class. Beautiful tiny bubbles .”
Una magnifica soddisfazione. E non solo per il suo artefice, Maurizio Zanella , che per alcuni mesi sarà ancora l’illuminato presidente del Consorzio Franciacorta , e un bel ricordo di quella donna straordinaria, della quale la Cuvée porta il nome, scomparsa pochi mesi orsono , ma per la Franciacorta tutta che vede tornare a risplendere la propria immagine, ripulita dal fango che le era schizzato incolpevolmente addosso.
Dunque evviva la Franciacorta vera, e che i detrattori stupidi, i professionisti dello stolto anti-franciacortismo eno-snob, quelli che hanno sempre comunque, a prescindere, da criticare la zona vinicola bresciana, per partito preso o peggio ancora in malafede, perché fa chic (o scioc?) si consolino pure stappando un prosecchino. E’ il vino adatto per il loro quoziente intellettivo e la loro ristretta e triste forma mentis…
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