L’altro competitor sono state le Cantine Ferrari, non l’Istituto Trento Doc: warum, why?
La notizia, in pillole, non è che il Consorzio Franciacorta, offrendo “un contributo cash di 380.000 euro e 80.000 euro in vino” abbia vinto “l’appalto”, la gara con una concorrenza peraltro non particolarmente agguerrita, e sarà l’Official Sparkling Wine dell’Esposizione Universale, della mirabolante (si spera) Expo 2015 e che come ha detto “il Commissario Expo, Giuseppe Sala, in una simpatica conferenza stampa ieri a Milanoche non ci saranno più gare per altri vini”.
La vera notizia, poi degli altri aspetti e risvolti di questo importante accordo parleremo domani, ora vado di corsa, è che non ci siano stati altri consorzi italiani del vino a “picchiarsi” per contendere questa ambita (?) partnership tra Franciacorta ed Expo Milano 2015. Perché a “sfidare” l’agguerrito Consorzio vinicolo bresà è stato un unico competitor, un privato e non un consorzio, ovvero le Cantine Ferrari di Trento, che il commissario Sala ha ringraziato per averci provato.
La riflessione che vi propongo à la volée è questa: ma perché a provare a “sbarrare la strada” a quel carro armato del Consorzio non è stato l’Istituto Trento Doc (che comunque produce qualcosa come 7 milioni di bottiglie, anche se gli otto milioni di baionette sono diventate sette), bensì l’azionista di maggioranza dello stesso, ovvero Ferrari?
Ma perdiana, o quelli della Franciacorta sono dei pazzi, che sperperano 460 mila euro per essere l’Official Sparkling Wine di Expo 2015, (ma io credo invece che abbiano fatto molto bene i loro conti e analizzato costi e ricavi, e individuato una netta maggioranza dei pro su eventuali contro…), oppure quelli del Trento Doc preferiscono, al di là delle belle parole, continuare a coltivare l’orto di casa, con le bollicine “di montagna” molte delle quali fatte in pianura o bassa collina, e di tentare la grande strada dell’export non si sognano nemmeno.
A questo ci pensano, e sono bravissimi, i cugini Lunelli, ma peccato che non abbiano contagiato con questa fiducia i trentodocchisti, e non abbiano pensato a proporre il Trento Doc come alternativa – in chiave Expo 2015 – al Franciacorta Docg. O cavoli: vuoi vedere che c’é un osceno “patto del Nazareno”, enoico e bollicinaro, dietro a questa rinuncia dei metodoclassicisti trentini?
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