Dal solerte ufficio stampa della cantina azionista di maggioranza del Trento Doc , le Cantine Ferrari di Trento , ho ricevuto questa foto, che voglio condividere con voi, cari lettori, e questo testo di accompagnamento: “siamo lieti di inviarle in allegato quella che riteniamo essere una foto storica che ritrae il primo brindisi di Sergio Mattarella da Presidente della Repubblica, nel momento in cui si è insediato al Quirinale. Storica inoltre, perché il tintinnio dei bicchieri coinvolge tre Presidenti: della Repubblica, del Senato (on. Pietro Grasso) e della Camera (on. Laura Boldrini). Nei calici, bollicine Trentodoc di un’unica casa, Ferrari: Ferrari Perlé Rosé per il Presidente della Repubblica e Ferrari Perlé Nero per i numeri uno di Senato e Camera”.
Prassi politicamente corretta vorrebbe che o ignorassi la “notizia” o che la pubblicassi pari pari senza alcun commento. Ma poiché io sono, per mia natura, politicamente ed enologicamente scorretto e “franco tiratore” (perbacco, ora me lo riconoscono anche sulle pagine di Siena della Nazione …) e prima che cronista del vino sono un cittadino italiano ed un assai poco convinto ed entusiasta elettore, farò due veloci riflessioni.
In primo luogo, qualcuno glielo vuole dire a quelli (sono tanti e ci costano un sacco di soldi , una cosa assolutamente scandalosa e intollerabile) che si occupano del cerimonioso cerimoniale del Quirinale, di cosa mangiano e bevono (e noi paghiamo) questi Signori che rappresenterebbero i Vertici dello Stato, che nel 2015 ostinarsi ancora a servire degli ottimi Trento Doc in assurde flûte costituisce un polveroso anacronismo?
Vogliono dirglielo, credo esista, come a Palazzo Chigi, dove se ne occupa, alla grande, l’ottimo Alessandro Scorsone , un servizio di sommellerie, non so se di osservanza A.I.S. o Fondazione Italiana Sommelier , che quegli ottimi vini, vanto della migliore produzione di metodo classico italiana, richiedono e meriterebbero ben altri bicchieri?
Magari, anche se non costituisce la perfezione, un “calice Franciacorta ”, oppure il nuovo rivoluzionario bicchiere messo a punto da quel genietto di Luca Bini , o almeno il nuovo Vintage Champagne glass di Riedel? Basterebbe leggere e documentarsi un po’, magari leggendo Lemillebolleblog , per sapere che la flûte è considerata vecchia, inadatta e superata (come certi politici…) da un numero crescente di persone: sommelier, produttori di Champagne e metodo classico italici, ristoratori, appassionati, consumatori, giornalisti.
In seconda battuta, non riesco a mettermi la mordacchia e a non farmi/farvi una domanda: visto quello che i tre Signori Presidenti rappresentano, le loro storie, i loro trascorsi politici, le loro idee (che, lo dico chiaramente, non sono assolutamente, anzi sono distanti anni luce dalle mie), il loro palese non corrispondere alla pressante richiesta di rinnovamento che viene da un Paese stremato dalla crisi economica e morale e, diciamolo, incazzato nero, siamo proprio sicuri che quel trio si meritasse ottimi Trento Doc?
Non si sarebbero meritati invece, anche se sono la prima, la seconda e la terza Carica dello Stato (quanta retorica in queste parole) al massimo “un prosecchino”? Parlo, con il rispetto dovuto, di un generico, privo della storia, dell’identità e del radicamento che vantano i due Prosecco Superiore, Conegliano Valdobbiadene e Asolo, Prosecco Doc, magari da vigneti piantati negli ultimi anni, perché il Prosecco tira ed è “di moda”, in giro per il Veneto o magari in quel Friuli Venezia Giulia dove l’uva Glera (o Prosecco) è stata introdotta solo recentissimamente?
Pensiamoci, pensateci, ed esprimete – con il rispetto dovuto alle Istituzioni (che p…e!) il vostro parere…
________________________________________________________________________
Attenzione!: non dimenticate di leggere anche Vino al vino www.vinoalvino.org e il Cucchiaio d’argento !