Corsi e ricorsi: Franciacorta Annamaria Clementi Rosé 2006 Ca’ del Bosco fa pari e patta con Krug rosé
Ricordate la strana vicenda, sulla quale non sono mai state dette tutte le verità e qualcuno si è comportato da Pinocchio , dell’improponibile degustazione confronto, pardon “sfida”, tra una serie di Champagne e una serie di Franciacorta Docg tenutasi – leggete qui – nel corso dell’ultimo Vinitaly, presso lo stand del Consorzio Franciacorta , “sfida” autorizzata da una delibera, che a me risulta discussa, del Cda del Consorzio stesso, ma che stranamente il Consorzio non aveva inserito nel programma ufficiale delle proprie iniziative ?
Media press e organizzatore del confronto – con la fattiva collaborazione del Consorzio bresciano i cui responsabili in vari contesti hanno definito provinciale mettere in degustazione insieme prodotti che hanno in comune unicamente la metodologia di produzione, la tecnica raffinata della rifermentazione in bottiglia, era stato un blog di cui non posso dire di essere amico, anzi, che aveva inserito propri collaboratori nell’articolata e, sulla carta, titolata giuria, che aveva testimoniato andamento della degustazione e risultati in questo post .
Un blog verso il quale, dopo aver inizialmente manifestato incredulità che una cosa del genere avesse potuto accadere IN CASA FRANCIACORTA, avevo, per onestà intellettuale, perché la “sfida” era effettivamente avvenuta, sentito di scusarmi .
Bene, se leggerete, qui , i “risultati di quella sfida” a mio avviso ridicola, provinciale, insomma un “peccato di gioventù” che si ripete anche dopo che la denominazione ha superato i cinquant’anni di storia ed il Consorzio ha raggiungo il 25esimo anno di attività, noterete come il primo classificato tra gli italiani, pardon, bresciani, fosse il Franciacorta haut de gamme di una notissima azienda di Erbusco. Che secondo i giudizi degli illustrissimi membri, italiani e stranieri, della giuria, si era classificato al secondo posto assoluto e aveva ottenuto, incredibile dictu , maggiori consensi di calibri formidabili come: Bollinger La Grande Année 2004 (Champagne incommensurabile da me bevuto – in compagnia di chi? Non ricordo.. lo scorso 2 marzo in un ristorante a Bergamo…), Dom Perignon Brut 2004, Cristal Roederer Brut 2006.
Ieri pomeriggio una news letter che è arrivata al mio indirizzo di posta elettronica mi ha fatto ripensare a quella degustazione, confermando che la mania di mettere a confronto Champagne e Franciacorta continua a mietere vittime. E che i protagonisti di questi insani confronti, gira che ti rigira, sono gli stessi.
Curatore e animatore di Doyouwine , enoteca on line un po’ particolare, punto di vendita ma anche blog creato con il contributo finanziario decisivo di membri della famiglia Ceretto (noti produttori albesi) è quell’Alessandro Morichetti che non solo figura tra le “colonne” di quel blog organizzatore della sfida Champagne vs Franciacorta al Vinitaly, ma faceva parte della giuria stessa.
Cosa ha combinato ieri il simpatico ragazzotto di Civitanova Marche ora trasferito armi, bagagli e gatti, nell’albese? Niente di speciale: ha dato prova di sapiente marketing (mi raccomando, l’ho scritto con una sola t, non con due…).
Per vendere qualche bottiglia del Franciacorta Annamaria Clementi Rosé 2006 Ca’ del Bosco alla modica cifra di 129,50 euro (invece che 142 euro), l’ha messo dilettantescamente a confronto con un grande Champagne Rosé , quello di Krug. Con la differenza che le bollicine bresciane erano millesimate, annata 2006, mentre il meraviglioso Champagne era sans année . Il che non è proprio, anche se si tratta del mitico Krug, la stessa cosa…
Questa la prosa, un po’ ridondante, da venditore di scuola berlusconiana o farinettiana (nessuna differenza) di Morichetti, lo ripeto, collaboratore stabile di Intravino e membro della giuria del cosidetto Judgment of Verona dello scorso Vinitaly, che così tanto bene vide figurare un Franciacorta della stessa Maison di Erbusco:
“Campionissimi Parallelismo di livello poco ripetibile, “sfida” superba. Grandissime bolle rosate a confronto alla cieca in una cena informale tra amici in cui niente è svelato prima. Due vini versati e tante riflessioni a seguire, mangiando e ipotizzando.
Un elemento comune viene identificato subito: sia il bicchiere di sinistra che quello di destra sono di livello fotonico. Vini ricchi, abbondanti di forme eppur suadenti e slanciati. Tanta tanta goduria a profusione!
Tutti e due color Crodino. Il bicchiere di sinistra (che sarà poi Krug Rosé ) eccelle in tostature fantastiche, fragole buone e mille altre cose, dal sorso teso e ricco. Il bicchiere di destra (Annamaria Clementi Rosé 2006 Ca’ del Bosco ) è più vinoso, altrettanto tostato, e dopo una lunga permanenza nel bicchiere se ne esce con note di sandalo e anice.
Quello che ti aspetti è che Krug Rosé riscuota un apprezzamento unanime e incondizionato. Quello che invece, forse, non ti aspetti, è che con lo scaldarsi del liquido sia Annamaria Clementi Rosé a prendere la scena sfoderando una tenuta nel bicchiere semplicemente strepitosa. Risultato del match assolutamente inappellabile: sano ed onesto pareggio . Serata fantastica, due vini eccezionali.
Sia chiaro: il costo dell’esperienza con bolle rosé è solitamente alto. Nel caso di Krug – che è come dire Maserati – altissimo (circa 200 euro).
Per tutto il resto, con Annamaria Clementi Rosé si vola altissimo: semplicemente il miglior metodo classico rosato italiano .
Franciacorta Annamaria Clementi Rosé 2006, Ca’ del Bosco
1 bt: 129,50 euro (invece che 142 euro)”.
Letto questo resoconto di degustazione viene da chiedersi: ma quanto bene vogliono, ad Intravino e intorni e quanto bene vuole Morichetti, alla nota azienda di Erbusco facente parte del gruppo Santa Margherita ? Sicuramente molto.
E infine, ragionando ovviamente per assurdo , e ipotizzando che invece della pura realtà e della piccola cronaca vinicola di oggi noi ci trovassimo nel mondo della fantasia, nei reami del sogno, in quel mondo della realtà trasfigurata e immaginata che è un film, come non definire questi due episodi se non come meravigliosi, incredibili, straordinari esempi di applicazione di quella tecnica, tanto diffusa nel mondo cinematografico e televisivo, che corrisponde al nome di product placement ?
Ma non siamo in un film , lo ripeto, viviamo nella dura, implacabile, spesso squallida e sorprendente realtà di oggi e dunque quello di Morichetti per Cà del Bosco e le sue “bollicine” è puro amore, solo amore, nient’altro che amore….
E vissero insieme, felici e contenti…
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