La strana concorrenza al Franciacorta Docg di chi, franciacortista, produce anche spumanti VSQ…
L’avevo scritto, al termine della maxi degustazione di Franciacorta Docg delle mie tipologie predilette (insieme al Rosé) fatta due mesi fa in quel di Erbusco. Riprendo le stesse identiche parole:
rispettando la verità e sacralità della degustazione alla cieca, devo prendere atto che mi sono piaciuti alcuni vini di produttori con i quali non ho particolari rapporti di amicizia o simpatia, anzi, o i cui prodotti in passato tendevano puntualmente a non piacermi. Parlo, per non fare nomi, di Ricci Curbastro, Bersi Serlini, Ronco Calino, Lantieri de’ Paratico. Dei cui vini che, senza conoscere il nome dei produttori, ho apprezzato (sorprendente, in magnum, l’Extra Brut riserva Centoventi 2004 di Ronco Calino , uno dei vini più buoni di tutto il mio assaggio), sicuramente e doverosamente scriverò. Perché sono un giornalista serio che scrive dei vini e non dei produttori, con alcuni dei quali non andrebbe sicuramente a cena.
E quindi anche se del past president del Consorzio Franciacorta e oggi presidente FederDoc (un tempo gli dissi che studiava da Ministro delle Politiche Agricole: per ora non ci è ancora arrivato, ma chissà mai…), non sarò certo amicone, non lo sono mai stato (a pelle non ci siamo mai stati molto simpatici…), non sorprendetevi se scriverò bene, ma a modo mio, di un paio di Franciacorta di Riccardo Ricci Curbastro , figlio di un non dimenticato grande franciacortista come Gualberto .
Detto fatto, confermo la non simpatia, pienamente ricambiata, ed è giusto che sia così, per l’eminenza grigia del Consorzio (i tempi passano Riccardo ed i ministri delle Politiche Agricole ormai li scelgono ben più giovani di te, vedi il buon Martina che è solo del 1978 , mentre tu sei romano e del 1959 …) per l’animatore del cosiddetto comitato elettorale che ha brigato, quanto era attivo allo scorso Vinitaly!, per la conferma e rielezione, finché Expo non ci separi, dell’attuale presidente.
Nonché per la nomina – altro che dichiarare, a quei “boccaloni” di Cronache di gusto, “A metà dicembre ci sarà l’elezione del nuovo presidente e di tutto il consiglio di amministrazione. Ma sull’orientamento, bocche cucite: “Non trapela nulla – dice Zanella – per adesso siamo solo concentrati sull’Expo”, suvvia non prendiamoci in giro!, dell’annunciatissimo futuro presidente Vittorio Moretti. Alias Bellavista. Dopo Cà del Bosco un’altra mega maison di Erbusco al comando…
Tornando a noi e fregandocene – se non se vogliono occupare i diretti interessati, i produttori associati al Consorzio Franciacorta di queste vicende che li riguardano dovrei forse occuparmene io? …Mi sa che continuerò a farlo, dando il “tormento” e qualche grattacapo a chi pensava che potessi fare il tranquillo passatore di veline consorziali… – mi dedico al vino, che sul sito Internet dell’azienda, dove trovi e non trovi, dove cerchi certe cose e non le trovi, anche se poi te le ritrovi puntualmente sugli scaffali…, viene definito “Il Franciacorta dell’amatore: marcato decisamente dal territorio per una mineralità netta in primo piano che tuttavia non prevale mai sul frutto. E’ prodotto sempre e soltanto in versione millesimato con almeno 4 anni di maturazione”.
Il nostro Extra Brut 2011 , che io ho degustato in un campione con sboccatura dichiarata 2015, (il 2010 si trova on line nella sezione di vendita del sito Internet a 18,50 euro) e una cuvée paritaria di uve Chardonnay 50% e Pinot Nero 50%,provenienti da vigneti posti nei comuni di Capriolo e Iseo.
La vinificazione prevede “fermentazione a temperatura controllata in vasche d’acciaio ed in parte (circa 20%) in carati di rovere, cui fa seguito, in primavera, il tiraggio con l’inizio di una lenta rifermentazione in bottiglia secondo il metodo tradizionale della Franciacorta. Le bottiglie restano in catasta per almeno 42 mesi (totale dalla vendemmia 48 mesi) garantendo l’inconfondibile bouquet dovuto al contatto ed all’autolisi dei lieviti. Dopo la sboccatura, con l’aggiunta di uno sciroppo di dosaggio secchissimo (solo 2 g/litro) il Franciacorta compie un ulteriore affinamento in cantina di qualche mese.
E così io non sapendo né leggere né scrivere e avendo solo una piccola esperienza di Franciacorta Docg, e una frequentazione recente (la prima visita risale solo al 1984 ed era in una nota casa boschiva di Erbusco…) della zona spumantistica bresciana, l’ho assaggiato, alla cieca, insieme a tanti altri, ricavando queste precise impressioni di degustazione: colore paglierino di media intensità, brillante, perlage abbastanza fine e continuo, bel naso preciso, salato, nervoso, con note di mandorla fresca e nocciola, di fiori bianchi e pesca noce bianca, sfumature di agrumi, di bella fragranza. Bocca croccante, nervosa , con bella coda lunga, viva e salata, con mineralità evidente, ottimo equilibrio e bolla croccante, finale lungo e vivo.
Un Signor Franciacorta, decisamente meglio, a mio avviso, del Franciacorta Extra Brut 2006 Museum Release , che nella stessa degustazione ho descritto con colore molto intenso oro ramato, con qualche velatura, naso molto caldo, maturo, leggermente ossidativo con frutta secca tostata e spezie a dominare, bocca larga e piena un po’ contratta e compiaciuta dalla sua sostanza, ma il legno blocca la piacevolezza e frena e asciuga sul finale.
Avrei potuto chiudere qui l’articolo, ma ho dei lettori birboni che si ostinano a mandarmi delle foto girando per l’Italia e vorrei approfittare dell’attenzione, mi leggerà e ovviamente non mi risponderà (pare sia una precisa policy del Consorzio, magari la stessa policy che ha portato diversi produttori franciacortini a cancellarmi, contemporaneamente, dalle loro amicizie in Facebook…. Ma io dormo e vivo bene lo stesso…), del dottor Riccardo Ricci Curbastro per interpellarlo sia come past president del Consorzio (il cui mandato non ha lasciato particolari ricordi…, persino meglio la presidenza del “ruspante” Claudio Faccoli… e quella del mio amico Ezio Majolini…), sia come presidente FederDoc .
Dottor Ricci Curbastro, cosa ne pensa, eticamente parlando, dal punto di vista legislativo sono evidentemente in regola, di quei produttori franciacortini (e sono ormai diversi, anche nomi noti, tra cui il suo , che producono indifferentemente Franciacorta Docg, che credono alla sacra rappresentazione del Franciacorta che “sfida” la Champagne (l’avete fatto, senza alcuno scrupolo proprio nello stand del Consorzio!, allo scorso Vinitaly…), che è l’official sparkling wine di Expo (poi quando ad Expo viene in visita la Merkel finisce con il brindare, con tanto di foto, a Ferrari Trento Doc… ), e poi, un po’ di soppiatto – ad esempio nel suo sito Internet aziendale non v’è traccia di questa produzione – producono più economici e meno mediaticamente sfolgoranti Spumanti (che parolaccia, se la sente il suo amico Zanella….) VSQ ?
Non crede egregio dottor presidente aspirante ministro, che questo modo di fare sia poco serio in una zona che sulla serietà, sull’autorevolezza, sul prestigio e sul glamour sembra aver puntato tanto?
Non è forse una furbata – se mi consente la battuta, senza offesa alcuna, a me piace scherzare, una Ricci Furbastrata … , che in qualche modo finisce per portare una concorrenza , non proprio corretta, a coloro che producono Franciacorta Docg? Già circolano, e io ne ho scritto e ne scriverò sempre, Franciacorta Docg a prezzi da prosechin , ci mancavano solo i non Franciacorta, i Franciacorta vorrei ma non posso e quindi declasso , gli pseudo Franciacorta targati VSQ … Non è un po’ troppo e soprattutto, lo dico a tutti i membri del Cda del Consorzio di Erbusco, non è ora di finirla e di farvi sentire? Sveglia!!!!!!! Ci credete veramente a questa Franciacorta oppure no? E se sì, dimostratelo con fatti concreti e smettetela di fare i pecoroni…
Bello senz’anima
Rispettosi saluti dal suo Franco Ziliani, giornalista indipendente e wine blogger
Non, je ne regrette rien!
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