Se trovate sugli scaffali metodo classico a prezzi da Charmat segnalatemelo!
Domani saremo già a metà ottobre, ovvero entrati nel pieno di quel trimestre che per la vendita ed il consumo di bollicine , soprattutto quelle metodo classico (ma anche con gli Charmat come l’Asti non si scherza), è fondamentale. In questi tre mesi, soprattutto nell’ultimo mese, dicembre, che comprende le festività natalizie ed i festeggiamenti di Fine Anno ed il benvenuto all’Anno Nuovo che arriva, si consuma una grossa festa delle bulles che vengono stappate nel corso di tutto l’anno.
E in coincidenza con questo periodo di accresciuti consumi si registra, da parte di chi vende (o quantomeno prova a farlo), parlo di enoteche e vinerie, ma soprattutto di quel canale ormai entrato nelle abitudini di acquisto di tanti italiani, la G.D.O. o Grande Distribuzione Organizzata (nella quale, enoicamente parlando, si trova ormai di tutto, anche grandi nomi da Horeca che un tempo si vergognavano a vendere in un “supermercato”… I motivi? Molto semplici, la G.D.O. magari ti “tira il collo” col prezzo, ma ha la buona abitudine di onorare le fatture e di pagare puntualmente; la ristorazione, una bella fetta della ristorazione, beh, lasciamo perdere…) un particolare attivismo.
E per vendere ogni tecnica è buona, la si chiami sottocosto , offerta speciale , prezzi pazzi , prezzo civetta da specchietto per allodole, prezzo scontato per i possessori i soci o i possessori di fidelity card o come la si voglia chiamare.
Intendiamoci, sappiamo benissimo che la mission principale di ogni azienda produttrice di vino, se tale vuole rimanere e non andare a carte e quarantotto, è vendere e fare uscire il vino dalle cantine. E per vendere, per risultare appealing per il potenziale acquirente, talvolta tocca ritoccare i listini. E non in alto…
Un conto però è vendere, individuare un corretto rapporto prezzo qualità che consenta di coprire tutti i costi, muovere le scorte in cantina e fare un discreto utile, un conto è svendere, calare le brache , proporsi con prezzi ridicolmente bassi che sviliscono una certa immagine alla quale le aziende (e le denominazioni) a parole dicono di tenere molto.
Perché lo capiscono anche i bambini, magari di meno lo capiscono determinati produttori, che un vino che ha oggettivamente dei costi, dei metodi e tempi di produzione, dei tempi di sosta in cantina, diciamo almeno dodici mesi, quando non sono 15 o più, come un metodo classico, non può costare come un metodo Charmat/Martinotti prodotto in autoclave (con rese per ettaro delle uve utilizzate ben più elevate) e pronto per la vendita dopo pochi mesi dalla vendemmia. E se quel metodo classico viene venduto ad un prezzo da Charmat finisce oggettivamente per danneggiare l’immagine, la credibilità, l’allure vagamente glamour , il tono che quella denominazione, e soprattutto i suoi protagonisti, i produttori più seri, hanno cercato di costruire con fatica nel tempo.
Mi vendo
Per questo motivo, essendo entrati nel trimestre delle “offerte speciali” – ma prezzacci ridicoli li abbiamo visti anche in primavera ed in estate (erano forse tutti sconti in preparazione del Natale?) – Lemillebolleblog ha intenzione di continuare a documentare, come ha sempre fatto, puntualmente, e con spirito puramente giornalistico, senza voler condannare nessuno, ma facendo cronaca, l’arrivo sugli scaffali di enoteche e G.D.O. di bottiglie di metodo classico, di qualsiasi denominazione, francesi e soprattutto italiane, proposte a prezzi ridicoli, diciamo inferiori ad un prezzo di minima correttezza e decenza che fissiamo, generosamente, nell’ordine dei 10 euro .
Invito pertanto i lettori, sempre più numerosi, di questo blog, a farsi parte attiva, a partecipare alla stesura di simili post testimonianza, e visto che viviamo nell’epoca di Internet, degli smartphone, dei tablet, della connessione 24 ore su 24, e che il senso di un blog consiste anche nel dialogo tra chi il blog conduce e chi lo legge, e nella collaborazione tra le parti, a segnalarmi e documentare, mediante fotografie delle bottiglie e del cartellino del prezzo, e con informazioni precise sulla data ed il luogo (nome dell’esercizio o supermercato) dove l’immagine è stata scattata, casi fragranti di metodo classico SVENDUTI a prezzi da Charmat .
Il mio non può essere liquidato come un invito alla “delazione”, perché documentare che il vino di una determinata azienda viene svenduto a prezzi ridicoli (e molto spesso l’azienda stessa sa benissimo quale sarà il prezzo finale sullo scaffale e non può atteggiarsi a verginella candida vittima di un’immaginaria “violenza by GDO”…) è semplicemente opera di informazione svolta dalla parte del consumatore .
E, aggiungo, dalla parte dei produttori seri, così io li considero, che non scendono a compromessi, che faticano in vigna e cantina, che cercano di fare qualità e sanno che la qualità si paga, si deve pagare al prezzo giusto , e non si svende o si regala per liberare le cantine, per porre riparo alle valutazioni errate fatte, e che sono oggettivamente danneggiati, come produttori e come protagonisti di una denominazione, dai prezzi ridicoli fatti da loro colleghi.
Vi invito pertanto a collaborare e a segnalare i casi più eclatanti (mi raccomando non un 9,99, ma un 4,50, un 6,80, un 7,20 euro, scommettiamo che non mancheranno?…) mandando una mail, con fotografie (le più chiare possibili) e informazioni su luogo e data del “ritrovamento”, a questi indirizzi: redazione@lemillebolleblog.it oppure cannubi@gmail.com
Ethika fon ethica
E’ un preciso impegno civico che vi chiedo, la partecipazione ad una campagna per la correttezza e la trasparenza, a difesa di chi il commercio lo intende in senso etico, non come esercizio di spregiudicata furbizia e con un pelo sullo stomaco lungo da qui a Las Vegas…
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Attenzione!: non dimenticate di leggere anche Vino al vino www.vinoalvino.org !
p.s.
Invito ad esprimere concretamente solidarietà al Pastificio Rummo colpito dall’alluvione di Benevento # SAVERUMMO Comprate, consigliate, consumate l’ottima pasta Rummo, di cui sono da anni affezionato e convinto consumatore!