Con quale vino chiudere il 2015 di Lemillebolleblog? Quale “bollicina” scegliere per sigillare un anno di suggerimenti, discorsi, proposte, discussioni, polemiche che hanno visto questo blog cercare di dire la propria su quanto accadeva nel campo del metodo classico italiano?
Anche se il Trento Doc ha dato segni di riscossa e di riorganizzazione, ma con un numero di bottiglie prodotte che a fatica raggiunge gli otto milioni, e dall’Oltrepò Pavese sono giunti segnali di una volontà più convinta e tenace di puntare sulle bollicine prodotte con il metodo della rifermentazione in bottiglia, é chiaro a tutti che il 2015 è stato ancora l’anno in cui la ed il Franciacorta hanno rafforzato la loro leadership. Sia in termini di numero di bottiglie prodotte, che di soggetti produttivi (oltre 110) sia di visibilità e notorietà, favorite anche dalla adesione all’operazione Expo.
E Franciacorta Docg dunque sia l’ultimo vino proposto in questo 2015: un vino che scelgo perché è buono, perché lo produce una persona che stimo e reputo amica, perché la zona di produzione è considerata un’area marginale della denominazione e l’etichetta costituisce un omaggio ad un grande artista.
Il Franciacorta è il Pas Dosé millesimato, annata 2007 , dell’azienda, sita ad Ome, nella zona nord est, dell’azienda di Ezio Majolini (e oggi anche di suo nipote Simone), più noto tout court come Franciacorta Aligi Sassu , perché l’etichetta rappresenta una bellissima opera, i bronzei Cavalli innamorati, del grande pittore e scultore milanese di origine sarda , che sono stati collocati nello spiazzo antistante la cantina Majolini a presidio dell’intera vallata.
Una vallata dotata di un terroir molto particolare costituito da stratificazioni di un calcare bianco di grande purezza denominato medolo in grado di conferire uno spiccato carattere minerale e ben secco ai vini qui prodotti.
I Majolini ebbero una lunga frequentazione e amicizia con Aligi Sassu e la collocazione della statua in cantina e l’etichetta che ne riproduce l’inconfondibile effigie vogliono sancire questo forte legame a partire dall’annata 1995.
Ottenuto da uve Chardonnay in purezza, provenienti da un vigneto posto nel comune di Gussago, e quindi affinato sui lieviti per 36 mesi, questo Pas Dosé anche con il millesimo 2007 si mantiene fedele al proprio stile anti-spettacolare e direi piuttosto all’insegna del riserbo, anche se in questa edizione – io ho degustato un campione con sboccatura febbraio 2015 mostra un calore e una solarità inusuali.
Colore oro antico brillante e luminoso, perlage di buona finezza ed intensità, naso sorprendentemente caldo e mediterraneo, con note di agrumi canditi, fieno, mela cotta, crosta di pane, pasticceria e crème brulée ad accompagnare le consuete note sapide minerali, bocca ancora ricca di energia e di slancio, asciutta, diretta, volitiva, con una bella continuità e un finale ben secco e asciutto, giustamente nervoso, con un retrogusto che richiama la mandorla e gli agrumi canditi.
Un ottima scelta per chiudere un anno che se ne va e salutare il nuovo che arriva…
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