Non è ancora diventato una tipologia bandiera come lo è da anni in Franciacorta (dove secondo i dati diffusi recentemente dall’Osservatorio economico del Consorzio nel 2015 le vendite hanno fatto registrare un incremento stellare del 28,8%) ma anche in Trentino, nell’ambito del Trento Doc, la tipologia Dosaggio Zero , quella che sarebbe in grado di “fotografare” con più fedeltà le caratteristiche dei singoli terroir e dei vini che ne sono espressione, sembra riscuotere un crescente interesse da parte dei consumatori.
Aumenta dunque, lentamente ma aumenta, il numero dei Trento Doc che scelgono la strada del non dosaggio, della rinuncia all’aggiunta di liqueur, e di conseguenza aumenta la confidenza dei produttori con questa tipologia e la qualità dei vini.
Una dimostrazione chiara di questa confidenza che sta maturando e che coinvolge ovviamente, come è fondamentale che sia, anche gli appassionati, che dimostrano di gradire sempre più questo genere di vini molto “schietti”, la offre, bevuto in questi giorni un campione in perfetta forma a quasi un anno dalla sua sboccatura, il Trento Doc Dosaggio zero riserva (quindi con almeno 36 mesi di affinamento sui lieviti, come prevede il disciplinare di produzione), di uno degli spumantisti più collaudati e validi in terra trentina, Letrari .
Che al Dosaggio Zero è approdato da qualche anno dopo essersi affermato come “trentodocchista ” di gran qualità con il Brut, il Brut riserva, e la grande Riserva del Fondatore 976, affinata sui lieviti qualcosa come 96 mesi.
Cosa sia questo Dosaggio Zero è presto detto, una cuvée composta in larga parte da Chardonnay (intorno all’80%) e Pinot nero provenienti da vigneti collinari.
Il 2008, millesimo che ha dato ottimi risultati in terra trentina, mi ha convinto per la perfetta padronanza maturata dal team composto da Leonello Letrari e dalla figlia Lucia, anche di questa tipologia e per un mix di complessità e freschezza davvero notevole.
Colore paglierino oro intenso, perlage fine e continuo, sin dal primo impatto mostra la sua “razza” ed il carattere spiccato, con un naso molto intenso, composito, serrato, ben secco e deciso, dove spiccano la frutta secca leggermente tostata, ananas e pompelmo, note floreali e di fieno secco, a comporre un insieme molto caldo e di ampia tessitura.
L’entrata in bocca conferma il carattere deciso del vino, la sua ampiezza e salda struttura, con un gusto pieno e decisamente secco, una buona larghezza e croccantezza e una persistenza lunga e piena. Da Trento Doc da portare a tavola e gustare su una vasta gamma di piatti a base di pesce, anche i più impegnativi, e non da proporre come aperitivo.