Una grande occasione perduta, ma chissà?…
Magari vincerò 5 milioni alla Lotteria. Magari venerdì sera, quando sarò a Parigi, andrò a cena con Juliette Binoche. Magari Renzi è un ottimo politico e a Berlusconi NON piacciono le sbarbine.
Magari avrò sbagliato le mie valutazioni, magari riusciranno a farmi ricredere. Magari i risultati dimostreranno in maniera squillante che questa soluzione è davvero la migliore. E magari io dovrò andare a piedi in pellegrinaggio, da Bergamo a Broni, cospargendomi il capo di cenere.
Magari, todo es possible , perché no?, la mega cantina di Broni tanto cara al sor ris in cagnun scoprirà in sé, grazie al positivo “contagio” portato dalla partner Cavit , risorse manageriali tali da costruire e realizzare un vero piano industriale serio, ragionato, articolato, lungimirante, capace, in grado di rilanciare, alla grande, come meriterebbe, la storica Cantina La Versa …
Perché escluderlo? Al momento attuale, però, non posso che reagire con amarezza alla brutta notizia, non sono boatos , è ufficiale, che comunica che la Cantina di Soav e ha deciso di rinunciare a partecipare all’asta per l’assegnazione di La Versa e quindi giocoforza la cantina sarà appannaggio della cordata formata dalla Cantina di Broni e dalla mega cooperativa trentina. E quindi non ci sarà nemmeno asta oggi…
Io, forse venendo meno ad un dovere deontologico di “terzietà ”, avevo tanto creduto nella proposta presentata da Cantina di Soave che ero arrivato ad appoggiarla apertamente. I detrattori dicono “a tifare” per Soave. Cosa che non mi pento affatto di avere fatto, con perfetta buona fede e slancio.
Ora, per il bene di La Versa , cui auguro ogni fortuna e e di ritornare ad essere il f e la locomotiva del vino oltrepadano, una volta dichiarata a chiare lettere la mia amarezza, il mio disappunto, la mia delusione (con un “grazie”, si fa per dire, alla politica, pavese e romana, che ha sicuramente condizionato e reso quasi impossibile un confronto serio, tra gentiluomini) non posso che fare i complimenti a Terre d’Oltrepò e a Cavit (dove opera un grande manager come Enrico Zanoni) e augurarmi che mi smentiscano.
Augurarmi quindi che facciano bene, che tutelino gli interessi dei viticoltori rimasti soci di La Versa e di quelli che sono usciti, che riescano a ridare lustro ad un marchio che resta comunque prestigioso e simbolo della migliore qualità del vino oltrepadano.
Da stagionato cronista del vino, che dichiara le proprie opinioni e ci mette sempre la faccia, prendo atto dell’accaduto e sono a disposizione del management di Terre d’Oltrepò per un incontro (cosa che ho cercato più volte di fare, non ricevendo alcuna risposta…) nel quale capire cosa intendano seriamente fare con La Versa. Come intendano rilanciarla e con quali strumenti e strategie.
Io manterrò i fari accesi sulla cantina che fu resa grande dal Duca Denari e da persona intellettualmente onesta dedicherò spazio ai successi fatti registrare, ma non farò alcuno sconto se ci sarà da criticare. Cosa che, auspico veramente, non avvenga.
Buon lavoro a tutti , grazie alla Cantina di Soave per averci provato e viva La Versa, viva l’Oltrepò Pavese!
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