Ve lo avevo già anticipato nella presentazione del nuovo look di Vino al vino che il mio nuovo staff tecnico, il trio Francesco Dario Davide , non era formato solo da giovani esperti di strategie e comunicazione digitale, sviluppo mobile, web, sistemi, architetture informatiche, ma da ragazzi seriamente appassionati di vino. A tal punto che quando ci incontriamo o ci scambiamo messaggi via WhatsApp mi parlano più di Bordeaux, Bourgogne, Villa Rionda che di donne… Cosa che io, alla loro età, non facevo, limitandomi a parlare e sognare…
Così non mi ha stupito più di tanto che due giorni fa il più “impallinato ” di loro, Dario , che condivide con me una particolare passione per Barolo e Champagne, mi inviasse una mail con una serie di sue note di degustazione di vini degustati recentemente.
Intendiamoci, non abbiamo ancora scoperto un novello Veronelli, e Dario dovrà trovare una misura e un proprio stile e capire che un articolo, seppure per un blog, è diverso da una semplice scheda di degustazione, ma ho intuito, qualcosa ne capisco, che il ragazzo ha della stoffa e che lavorando sui fondamentali potrà diventare un buon narratore di cose vinicole. Oltre che un provetto informatico.
Presto lo metterò alla prova, e con lui Francesco e Davide, trovando un buon momento per assaggiare qualcosa insieme, e potrò anche farmi l’idea se il trio comprenda anche dei buoni degustatori, o se dovrò lavorare per formarli così come loro cercano di introdurmi ai misteri del Web. E di fornirmi blog dall’architettura e dall’aspetto impeccabile.
Ecco quindi, firmato da Dario Pizzuto , il racconto non di un vino qualsiasi, ma di uno Champagne. E non di uno Champagne da poco, bensì, il ragazzo ha gusti raffinati e si tratta bene (spero anche in materia di fimmine…), di uno Champagne di Jacques Selosse, l’Initiale. Una bottiglia che sulle enoteche on line non viene via a meno di 130 euro , e di cui un esperto riconosciuto di Champagne come Alberto Lupetti alcuni anni orsono aveva scritto in questi termini .
Che aggiungere dunque, se non porgere a Dario il benvenuto a bordo di Lemillebolleblog e augurare a voi tutti buona lettura?
Un nome, una leggenda: Jacques Selosse . Il vigneron rivoluzionario, l’innovatore che però riporta alla tradizione quasi dimenticata. Selosse lo ami o lo odi, non ci sono mezzi termini, non c’è spazio per la “piacioneria”. Un Blanc de blancs che ti porta in un’altra dimensione e che ti lascia a bocca aperta.
Initiale è lo Champagne “base” di Anselme Selosse , figlio di Jacques, proveniente da tre vigneti Grand Cru: Avize, Cramant e Oger, rigorosamente biodinamico.
Avize è uno dei sei comuni Grand Cru della Côte des Blancs, quel lembo di terra sotto la Montagne de Reims, dove lo Chardonnay arriva a esprimersi a livelli indiscutibilmente elevati grazie alla forte presenza di gesso (la famosa “craie”, la roccia friabile composta da fossili marini) misto a strati di argilla.
Le uve Chardonnay appartengono a tre annate successive: 55% della vendemmia corrente, 45% di altre due annate. Fermentazione separata delle uve dei diversi lieux dits, in barrique di rovere e con i soli lieviti indigeni. Sosta sui lieviti per circa 3 anni, dosaggio minimo. L’esemplare degustato è stato sboccato a novembre 2014.
Color oro brillante, perlage fine e delicato. Al naso risulta intenso, molto complesso, si colgono la mela verde, gli agrumi, frutta a polpa gialla e una decisa nota di lieviti e brioche. L’ossidazione ha fatto il suo eccellente lavoro, dando una nota aspra in sottofondo. In bocca è un turbinio di sensazioni: struttura meravigliosa, bella acidità e sapidità. Lunghissimo il finale che riporta al palato note floreali.
Dario Pizzuto
Attenzione!:
non dimenticate di leggere anche
Vino al vino http://www.vinoalvino.org/
e Franco Ziliani blog http://www.francoziliani.blog/