Per tutte le informazioni su questa straordinaria Maison de Champagne, nientemeno che una Cave coopérative particolarmente virtuosa e attiva sul piano qualitativo, e dei risultati non posso che rinviarvi al primo articolo da me dedicato a Palmer e al suo fantastico Rosé .
Ricordo solo che la realtà odierna di Palmer, o meglio, Palmer & C., come preferiscono chiamarsi, erede di quella Société Coopérative de Producteurs des Grands Terroirs de la Champagne , creata nel secondo dopoguerra, nel 1948, da una serie di viticoltori della Côte des Blancs e della Montagne de Reims, è quella di 320 soci e 415 ettari controllati.
E che di quei 415 ettari, 200 sono vigneti classificati come grands e premiers crus nella zona della Montagne de Reims, a cui si aggiungono le vigne della Côte de Sézanne, della Côte des Bar e della Vallée de la Marne, per una quarantina di cru in totale, con un encépagement che vede dominare Pinot noir e Chardonnay quasi in parti uguali e con una quarantina di ettari di Pinot Meunier.
E sono proprio il Pinot noir ed il Pinot Meunier , in perfetto equilibrio 50 % e 50%, provenienti da Montagne de Reims, Côte des Bars e Vallée de la Marne, con una quota importante, intorno al 30%, di vins de réserve, alla base di questo eccellente Blanc de Noirs non millesimato , affinato 36 mesi sui lieviti, che diventano da 48 a 60 nel caso dei magnum (e ricordo che Palmer & C. dedica una parte significativa della produzione ai grandi formati e dagli anni Settanta vinificare tutti i grandi formati sino al Nabuchodonosor, (l’equivalente di venti bottiglie), ma solo per le cuvées più importanti e nelle grandi annate. Un Blanc de Noirs che conosce un dosaggio di 6/7 grammi litro molto giudizioso.
Un Signor Champagne, perdiana, di quelli che ti puoi divertire a portare a tavola sbizzarrendoti negli abbinamenti che, ad esempio, possono andare da un coniglio, meglio se in umido o in insalata (il fantastico tonno di coniglio alla piemontese , che adoro mangiare in Langa, soprattutto nel mio ristorante del cuore, da Felicin a Monforte d’Alba , dove questo Champagne andrebbe alla grandissima anche su certi piatti tiepidi a base di merluzzo che il mio amico Nino Rocca ama preparare…), oppure, passando al pesce, preparazioni a base di tonno rosso, o pesce azzurro, fritti di pesce. Lo vedo meno bene, strutturato e importante com’è, sui molluschi e crostacei, mentre funzionerebbe bene su piatti dove siano protagonisti, in preparazioni elaborate, anche pesci di mare come orata, dentice, branzino.
Color paglierino – oro intenso, brillante, luminoso, perlage sottile e continuo, al primo impatto a naso di propone come un trionfo di mandorle, accompagnato da note di frutta esotica, ribes, ananas, di agrumi, da un qualcosa di ineffabile che fa pensare alla pasticceria, con torrone, miele, zucchero caramellato, a comporre un insieme che è fitto, compatto, ma di grande eleganza e freschezza, di perfettamente armonico ed equilibrato.
L’equilibrio, la perfetta armonia, si manifestano anche al gusto, largo, pieno, strutturato, importante, con una notevole componente fruttata succosa che riempie la bocca e fa pensare alla pesca gialla, ma che riesce incredibilmente a porsi in modo delicato, suadente, carezzevole, con una persistenza lunga e piena di sapore, davvero godibile.
Questo, Mesdames & Messieurs, lo stile degli Champagne, di grande personalità e carattere di Palmer & C…
Attenzione!:
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