Avete trovato troppo morbidi, troppo dosati, troppo “facili” da approcciare gli Champagne che vi ho proposto ieri?
Mi sa allora che non potrete rifarvi la bocca e passare ad altro registro più secco nemmeno con questo ben altro calibro, un Blanc de Noirs che riporta in etichetta la dizione Grand Cru , che designa in Champagne la crème de la crème viticola, 17 comuni su un totale di 318 (5%), e 4.000 ettari su 30.000 (13%), classificati 100%.
Villaggi che riportano nomi magici quali: nomi magici come Ambonnay, Avize, Aÿ, Beaumont-sur-Vesle, Bouzy, Chouilly, Cramant, Louvois, Mailly-Champagne, Le Mesnil-sur-Oger, Oger, Oiry, Puisieulx, Sillery, Tours-sur-Marne, Verzenay, Verzy.
Ad Aÿ , Grand Cru di Champagne, villaggio dove hanno sede celebri maison come Deutz, Bollinger, Gosset et Ayala, per citarne alcune, in questa “ville qui pétille !” ha sede anche la piccola Maison Henri Goutorbe , attività produttiva che fa seguito alla precedente attività viticola, prima come responsabili dei vigneti presso Perrier-Jouët, quindi di vivaisti, anzi di “pépiniériste viticole” fondatore delle Pépinières Viticoles Goutorbe , ad opera di Emile Goutorbe cui si affianca il figlio Henri nato nel 1922 e che continuerà a gestire la Maison fino alla sua morte nel 2009.
Emile Goutorbe (1890-1956) dedicherà l’intera vita al mestiere di vivaista, proprio come il figlio Henri, mentre i figli di Henri, René ed Etienne svilupperanno l’attività produttiva di Champagne. Le nuove generazioni portano il nome di Elisabeth (che ha a sua volta creato con il marito una piccola Maison indipendente, Champagne Egrot & filles ) di Bertrand e di Etienne, classe 1985, giovane innovatore. La famiglia si è dotata poi di un piccolo Hotel de Champagne, Castel Jeanson , dove accogliere gli ospiti.
Oggi l’azienda conta su 25 ettari di proprietà, per un 70% destinati a Pinot noir, un 25% a Chardonnay ed un 5% a Pinot Meunier, sei ettari ad Aÿ grand cru, il resto in altri villaggi parimenti importanti quali Mareuil-sur-Aÿ, Mutigny, Bisseuil, Avenay Val d’Or and Hautvillers, e la produzione non arriva alle duecentomila bottiglie.
La prassi produttiva prevede un affinamento minimo di tre anni per le cuvées non millesimate e di cinque per quelle che riportano l’annata, e la gamma prevede dieci tipologie compreso un Coteaux Champenois Aÿ Rouge. Io ho già scritto due volte, a distanza di anni, del Brut Rosé, delizioso, qui e qui , e di recente del Grand Cru Spécial Club 2005 , e mi piace parlarvi oggi ricordando en passant il valore del Blanc de Blancs Premier Cru, del Brut Tradition e del Prestige Premier Cru, ed il top de gamme, una linea di dégorgement tardif lanciata cinque anni orsono, la Collection René Grand Cru, in commercio attualmente il millesimo 1997, che l’importatore italiano di Goutorbe, il meritorio Sarzi Amadé non ha selezionato, del Blanc de Noirs, Pinot nero in purezza, che è stato voluto dal giovane Etienne Goutorbe e che viene prodotto solo con uve del grand cru Ay.
Un Blanc de Noirs che sfrutta pertanto la purezza aromatica, la ricchezza al gusto e la struttura vellutata dei Pinot Noir di questo villaggio e che gioca sulla fragranza aromatica, su una buona ricchezza e struttura più che sulla potenza.
Colore paglierino scarico, perlage estremamente sottile, mostra un naso molto diritto salato, teso, con note floreali e di ananas, accenni di mandorla e una salinità quasi salmastra e “ostricosa”.
In bocca la sensazione è di una grande armonia, di equilibrio, freschezza, piacevolezza, condizionata forse da un dosaggio, 9 grammi, un po’ troppo generoso, che a mio avviso andrebbe ridotto per consentire al vino di avere più slancio e profondità e far meglio risaltare, oltre alla grazia, la vinosità e la consistenza “maschia” del Pinot noir di Ay. Ma è sempre un signor bene, amici miei, perbacco! E Serena Pasqua a tutti!
Attenzione!:
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