Non dormono affatto, occhio cari Langhetti, quelli che nell’affascinante Roero, che ho percorso con gioia per cinque giorni, stanno facendo bene…
Torno a trovare dopo anni nella sua bella cantina di Canale d’Alba il vecchio amico Tonino Deltetto e cosa scopro? Che lui e sua moglie Graziella sono diventati nonni, che I suoi figli, Claudia, Cristina e Carlo (dalla voce possente stile Mario Biondi) sono tutti attivi in azienda e sono in gambissima.
Scopro, grazie ad una maxi degustazione anche di vecchie annate (grazie di cuore!) che Roero Arneis sono super e migliorano e diventano complessi dopo qualche anno in bottiglia. Che le Barbera d’Alba Bramé e Rocca delle Marasche sono formidabili e ne berrei a secchiate, che il Roero Braja è una cosa seria e degustato alla cieca metterebbe al palo fior di Barbaresco e Barolo.
E poi scopro un rosato di Nebbiolo, denominato Suasì, un po’ stile Provence, è una delizia…
Ma soprattutto ho la conferma che Tonino è un grande spumantista, considerato che di metodo classico si diletta e deltetta dal 1980. Mica due anni.. Alta Langa esemplari, che vi consiglio, Brut e Extra Brut, di grande finezza e sapidità, bolle finissime e profumi nitidi, perlage fini e poi, accidenti che sorpresa, coup de foudre, manco fosse una parisienne o una bellissima veronese…
Dal cappello del mago Antonio, Tony, Tunin, ha tirato fuori un delizioso Rosé de Noirs, da uve dell’annata 2016, cuvée paritaria di Pinot nero e…. Nibieu…
Il risultato è una bottiglia che ho subito amato per il suo colore rosa antico, la fragranza aromatica, piccoli frutti rossi e agrumi, un tocco di pasticceria e delicatezza di rosa..
Croccante e soave al gusto, cremoso e carezzevole, morbido e avvolgente al gusto, dosato, quattro grammi litro, in maniera intelligente…
E bravo Antonio, bellissima famiglia I Deltetto, evviva il Roero, terra di grandi vini!