Riflessioni proletarie della domenica su Champagne da pseudo vip
Questa mattina, visto che c’era la pasta Voiello ancora in offerta (è la pasta, da grano italiano 100%, roba che Barilla fa da poco e Rummo, Garofano, non pervenute, solo La Molisana, che preferisco, ieri mi sono divorato 500 grammi di rigatoni con un sugo al pomodoro fresco fatto con le mie manine da stella Michelino…) e volendo stapparmi un grande Barbaresco (ve lo racconterò domani su Vino al vino, lo spaziale riserva 2015 Santo Stefano del Castello di Neive, che su Callmewine vi viene via ad un prezzo da Oscar del rapporto prezzo qualità di 50 euro e io mi sono goduto alla libidine…) avevo bisogno di un po’ di carne (la carne è debole ahimé ,e a me la carne, tutta la carne, anche quella.., piace molto…), ho preso su la mia fuoriserie e sono andato da casa, dieci minuti di pedalate, all’Iper di Orio al serio. Quello che vedete, se passate in autostrada, sulla vostra destra, proprio di fronte all’aeroporto, appena usciti da Bergamo.
Ho fatto la mia spesa, senza concedermi caviale e filetto di manzo, ma accontentandomi di hamburger, rigorosamente di razza bovina piemontese ça va sans dire, e ho fatto un giretto nello spazio, ben assortito, niente da dire, dei vini.
E lì tra le cose interessanti, sorprendenti, istruttive (ho scoperto e non lo sapevo che esisteva la tipologia Barbera passito) mi sono imbattuto in un’offerta irrinunciabile, alla quale ho faticato a resistere. Ho trovato difatti uno Champagne che solo a pronunciare il suo nome gli eno-fighetti, stringendo la boccuccia come il culo delle galline vanno in brodo di giuggiole, Salon . Oh perbacco, lo Champagne che fa figo e che fa coppia con un altro che quelli che sanno, pardon, che dicono di sapere ma spesso non sanno niente e parlano solo per dare aria alla bocca, dicono sia unico, inarrivabile, incontournable … Manco fosse Krug. Che poi anche lui le sue belle delusioni, considerato il prezzo, le dà, come non ho mancato di far osservare diversamente .
Chiusa in una vetrinetta sotto chiave campeggiava una bottiglia dello Champagne caro a quelli che non devono chiedere consiglio, quelli che non leggono questo blog, quelli che se la tirano, quelli che magari prendono per oro colato una guida, fatta a Roma, da un lupacchiotto romano che te lo raccomando e che puntualmente lo esalta a pagina 529 e seguenti…
Proposta con un mirabolante sconto di ben il 12% (perché non il 10 o il 15%, 12, mah…), una bottiglia di Champagne Salon campeggiava (ma de bon!) al prezzo, abbordabilissimo, se fai parte della ndrangheta, se non paghi le tasse e hai casa in Costa Azzurra e a Ponte di Legno o Cortina, di soli 549 euro invece di 629 .
Ho guardato e riguardato il prezzo, non ho fatto un plissé e ho resistito a fatica alla tentazione di chiedere ad un commesso quante bottiglie fossero disponibili, di comprarle tutte e di far inviare fattura al mio amico Marco Maini che con le sue Bollicine di Francia sta facendo un sacco di dané grazie agli Champagne dal rapporto prezzo – qualità vincente di Line Mondet e Cédric Mangin e i Cotes du Rhone del Domaine Les Cadinières che gli ho selezionato io (se non li provate siete proprio dei Di Maio…) e sono arrivato ad una conclusione.
Cari enofighetti, che magari dite che i Franciacorta fanno tutti pena, che quelli che si salvano sono quelli di Cà del Vent, Il Pendio, Gatta, Casa Caterina (tra qualche giorno magari vi racconterò qualcosa di divertente su questa aziendina…), e vi riempite la bocca con le bottiglie più esclusive, quelle che nemmeno i ricchi intelligenti, non quelli scemi, dribblano, preferendo puntare su Billecart-Salmon, Deutz, Pol Roger, Charles Heidsieck, Veuve Clicquot, Jérome Prévost, sapete cosa vi dico?
Vi dico che se proprio voglio svenarmi, e devo spendere le cifre folli che, secondo Tannico, devo spendere per le cuvées di Salon e di Jacques Sélosse , prima cerco bene su Internet e se proprio devo saloneggiare invece dei 549 euro richiesti con sconto all’Iper, mi rivolgo a Vineria shop e ne pago 424 , risparmiando 125 euro, e se avessi, non li ho, 550 euro da spendere in Champagne, fatti due conti à la volée e considerato che con la cifra che avrei pagato quella bottiglia di Salon mi sarei potuto comprare non una, bensì 12 bottiglie degli Champagne stellari di Jacquesson che meritoriamente importano in Italia da anni i miei amici Pietro ed Emanuele Pellegrini (che importano anche Agrapart, Rémy Leroy, Guiborat, Roger Pouillon, Francis Orban, mica pizza e fichi), non ho dubbi, scelgo Jacquesson. Ora e sempre. A costo di apparirvi provinciale.
E poi sapete cosa vi dico, con un francesismo – veneto, cari eno-fighetti un po’ snob? Vi dico che con Sélosse e Salon ci avete rotto i maron… ! E non quelli glacé…
Buona domenica e buona settimana!
Attenzione!: non dimenticate di leggere anche Vino al vino http://www.vinoalvino.org/ e il mio nuovo blog personale www.francoziliani.it