Quale logica industriale c’è nello svendere a prezzi tanto bassi?
Non ci voleva il talento di Sherlock Holmes per scoprire chi fosse l’azienda franciacortina che, come ho scritto qui , prosegue nel malvezzo caro alle Chiara Ziliani (nessuna parentela per fortuna) e in passato ai Muratori di Villa Crespia di proporsi sul mercato non con il proprio nome a prezzi decenti, ma con marchi di fantasia a prezzi di saldo.
Più caro di venti centesimi rispetto ai 8,29 euro , cui viene proposto, ormai con logica industriale simil proseccara il Brut Cuvée Imperiale della Guido Berlucchi, ultimo per ora della serie, scontato del 50%, a 8,49 euro invece di 16,98 , il Franciacorta Brut, presentato sui volantini della catena Italmark come “spumante Franciacorta Docg” con marchio Santa Giulia , è opera, mi è bastato andare in un punto vendita e fotografare, dell’azienda Cà d’Or di Timoline di Corte Franca .
Azienda che ha un bel presentarsi sul proprio sito con parole altisonanti tipo “il progetto Ca’ d’Or, nato dall’incontro tra due amici a rappresentare rispettivamente una nobile storica Cantina di Franciacorta ed una famiglia di professionisti, attiva nel marketing e nella creatività” e ancora “Ca’ d’Or è un segno distintivo che sa unire storia, qualità ed estro. A testimonianza di queste tre qualità, una preziosa maschera decorata sulle nostre bottiglie che ci riporta alle origini veneziane del marchio”.
E poi si definisce come un “marchio storico, unico, tutto made in Italy”, rivendica che i propri “pregiati vini sono contenuti in bottiglie dal proprio design esclusivo, tra bellezza e funzionalità, decorate con una preziosa maschera, simbolo indelebile dell’antica storia del marchio Ca’ d’Or, le cui origini sono datate al 1501, e di quella eleganza, propria dello stile di antiche nobili famiglie di conti italiani”, propone le sue cuvées di Franciacorta Grande Vintage, Selezione Vintage, Collection Réserve, in bottiglie di foggia particolare con ricami dorati in etichetta, ma poi, quando si tratta di fare cassa, si inventa una Collezione Santa Giulia , comprendente anche un Durello e un Pinot grigio delle Venezie e fa promozione, natalizia, a prezzi stracciati .
Domanda: ma se Italmark, che non fa beneficienza, che deve avere il suo giusto utile dalla vendita delle bottiglie “spumante Franciacorta Docg” con marchio Santa Giulia , a 8,49 euro, quanto le avrà pagate? Ipotizzando una cifra intorno ai 7,50 mi chiedo, quale logica produttiva, quale disegno industriale, c’è nello (s)vendere Franciacorta Docg, mica Prosecco o uno spumante generico a prezzi tanto bassi?
Attenzione!:
Non dimenticate di leggere anche Vino al vino http://www.vinoalvino.org/ e il mio nuovo blog personale www.francoziliani.it