Una cuvée raffinata di un vigneron allievo di Anselme Sélosse
Oggi Giacomo Busulini ci porta alla scoperta dello Champagne Blanc de Blancs Extra Brut di un vigneron biodinamico di Congy, Olivier Collin , la cui Maison, Ulysse Collin , produce anche altre cuvées (importate in Italia da Moon Import di Genova) di cui ho parlato nel tempo: il Rosé de Saignée di cui scrissi nel 2015 , e il Blanc de Noirs Les Maillons di cui ho scritto, raccontando di un cimento con un presuntuoso metodo classico dell’Oltrepò Pavese, prima di Natale. Buona lettura!
alc. 12,5% varietà: Chardonnay (100%), anno base 2010 e 10% di vino di riserva (2009), raccolta dal lieu-dit da cui prende il nome, situato nel villaggio di Vert la Gravelle a Coteaux du Petit Morin, vicino a Congy il villaggio natale di Olivier Collin. Terroir: superficie 1,35 ha, età degli impianti circa 40 anni, esposizione: Est/ Sud-Est, su suolo gessoso con strati di silice nera, molto calcareo (La Craie),che trattiene grandi quantità d’acqua svolge l’importante ruolo di mitigatoredella temperatura, trattenendo di giorno il calore del sole e rilasciandolo la notte.
Dal 2003 Olivier Collin ha rilevato l’azienda di famiglia a Congy, a sud-ovest della Côte des Blancs, proveniente da una lunga stirpe di viticoltori della regione, si è formato con Anselme Selosse ad Avize. La sua prima annata di produzione e imbottigliamento è stata la 2004, anche se senza il nome del vigneto sull’etichetta. Fin dall’inizio, la sua visione è stata quella di produrre Vini espressione ciascuno di un singolo vigneto della sua terra.
Sebbene questa idea abbia preso piede in Champagne nel corso degli anni, all’epoca era del tutto inaudita e rimane ancora relativamente rara. In questo senso Olivier è un vero pioniere e fino ad oggi Ulysse Collin è l’unica tenuta in Champagne a produrre il 100% dei suoi vini come espressioni di singoli vigneti. In vigna sta facendo esperimenti in agricoltura biodinamica ma non certificata, l’aratura contribuisce a “nutrire il terreno per nutrire la vite” e rappresenta la maggior parte del lavoro in vigna.
Olivier lascia crescere l’erba da agosto a marzo, ma per un periodo di quattro mesi esegue da quattro a cinque lavorazioni superficiali per integrare il compost organico nel terreno. Non vengono utilizzati erbicidi o prodotti anti-marciume, solo zolfo in polvere contro l’odio e un insetticida organico contro il ver de la grappe (un tipo di minuscolo bruco che mangia bacche e provoca marciume grigio).
Vinificazione :fermentazione alcolica e malolattica con lieviti indigeni in barrique per una durata di 6 mesi, non subisce trattamenti di sorta, quali filtrazioni, chiarificazioni, ma attende il passaggio a freddo con l’arrivo delle basse temperature naturali dell’inverno, l’annata di riserva ha trascorso un anno in più in legno, dopo l’assemblaggio affinamento su stecche per 36 mesi in bottiglia, sboccatura à la volée 11 marzo 2014, infine, commercializzato dopo altri 12 mesi con un basso residuo zuccherino residuo (1,7 g/l), per far risaltare al meglio gli aromi espressivi del territorio. Bottiglie prodotte 6.000.
Note gustative : colore giallo paglierino con intense venature dorate, perlage cremoso ed esuberante. Il naso esprime notevoli sensazioni fragranti sfumate da note tostate che evolvono verso il burro, la nocciola e crosta di pane appena sfornato, sentori agrumati, balsamici e mentolati, zenzero, seguiti da note di crema pasticcera e mandorle. Al sorso colpisce per la sua densità e profondità fruttata, potenza ben bilanciata da una grande freschezza, richiami minerali, nel finale tagliente ritorna la mandorla e il succo di limone fresco.
Abbinamenti : Tartiflette, frittura di gamberi e calamari, brodetto di pesce in bianco, formaggi stagionati (Beaufort, Cantal, Comtè), tartare di gamberi rossi, crudité di frutti di mare, trucioli con burola di Marco d’Oggiono, sushi, tempra (ostriche marinate della cucina senegalese su letto di insalata verde).
Musica di sottofondo : Antonio Vivaldi “La Stravaganza” Concerto no.2 in E minor, RV 279 Allegro – Largo – Allegro
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