Parte un canale Youtube con le mie degustazioni
Mi hanno dato per finito, vecchio, superato, un sommelier testimonial del Tavernello mi ha persino dato del parassita e del pensionato baby e si sa come è andata a finire (non sono cattolico praticante e non porgo l’altra guancia), tante volte. Hanno detto che non mi leggeva nessuno, salvo quattro gatti, hanno detto molte cose sgradevoli, le accetto, fa parte del gioco, su di me.
Io stesso, in un annus horribilis che non dimenticherò mai, il 2019, mi ero spontaneamente “archiviato”, messo in soffitta, smettendo di aggiornare per oltre un anno i miei blog, non scrivendo, non assaggiando vino per dieci mesi, e nell’estate di quell’anno lunghissimo e pesante da vivere non mi sfiorava nemmeno l’anticamera del cervello che potessi tornare a fare quello che ho sempre fatto, ovvero scrivere, assaggiare vini e raccontarli, senza dimenticare mai di parlare, elemento indispensabile, di chi li fa, della zona dove nascono, della storia e delle tradizioni delle terre dove hanno origine.
Poi, i potenti Dei hanno voluto diversamente, hanno voluto darmi un’altra possibilità, mi hanno detto “torna a vivere e scrivi” e così piano piano, timidamente, dal gennaio di un anno fa ho recuperato i miei blog, sono tornato a scrivere e ad aggiornarli, ho riacquistato il gusto della scrittura. Quella sorta di “demone”, di urgenza espressiva, che un mio Maestro come il grandissimo romanziere e giornalista Dino Buzzati descriveva così: “Scrivi, ti prego. Due righe sole, almeno, anche se l’animo è sconvolto e i nervi non tengono più. Ma ogni giorno. A denti stretti, magari delle cretinate senza senso, ma scrivi. Lo scrivere è una delle più ridicole e patetiche nostre illusioni. Crediamo di fare cosa importante tracciando delle contorte linee nere sopra la carta bianca. Comunque, questo è il tuo mestiere, che non ti sei scelto tu ma ti è venuto dalla sorte, solo questa è la porta da cui, se mai, potrai trovare scampo. Scrivi, scrivi. Alla fine, fra tonnellate di carta da buttare via, una riga si potrà salvare. (Forse)”.
Ho ritrovato il gusto, in me innato, della polemica, delle battaglie che quando le affronto sembrano perse o di retroguardia, o vissute come un punto d’orgoglio, da Don Chisciotte, come un imperativo morale, ma che spesso si sono rivelate giuste.
E i risultati, mese dopo mese, sono stati incredibili. I numeri, le statistiche, Google Analytics dicono che non ho perso un lettore, che ne ho acquistati tanti nuovi, che quello che scrivo è tornato, come ai vecchi tempi, ad interessarvi, a far discutere. A dividere, perché so di essere divisivo e ne sono fiero, perché mi si apprezza o mi si contesta. E qualcuno mi disprezza o mi odia. E anche questo fa parte del gioco, lo accetto.
Le statistiche relative alle visite del 2020 mi hanno lasciato senza parole, ma ancora più quelle relative ai primi due mesi di quest’anno, perché Vino al vino in gennaio e febbraio ha fatto metà delle visite di tutto il 2020 e Lemillebolleblog, considerando che nei primi mesi dopo il boom di fine anno il consumo di bollicine cala, si difende molto bene.
Sono tornato dunque, più agguerrito, polemico e determinato che mai, e cedendo alle pressioni di un amico, e vedendo che sul Web, sui social, vengono postati filmati dove a ciarlare di vino sono spesso dilettanti allo sbaraglio, belle giovani fanciulle di cui apprezzare più il décolleté o lo stacco di coscia che il sapere enoico, e fafiuché vari, ho ceduto anch’io al richiamo del video.
E quindi, per la serie non lascio ma raddoppio , con la preziosa collaborazione tecnica dell’amico Emanuele Bottiroli , brao fioeu vogherese ex direttore del Consorzio tutela vini Oltrepò Pavese, che mi assiste e cura la regia di tutto, eccomi a voi, se vorrete seguirmi, anche con un canale Youtube . Sarà uno spazio degustazione settimanale, in un giorno fisso che vi comunicherò prossimamente, di modo da farlo diventare, se la cosa vi garberà, un appuntamento fisso.
Per iniziare il nostro video-dialogo ho scelto due vini: un Franciacorta, il Dosaggio Zero Rosé di Colline della Stella, e un Roero riserva, il Ciabot San Giorgio 2015 di Angelo Negro di cui ho scritto diffusamente nei giorni scorsi qui .
Attendo i vostri commenti, per dirla con Piero Chiambretti, comunque vada, sarà un successo…
n.b.
non dimenticate di leggere anche il mio nuovo blog personale www.francoziliani.it e Vino alvino www.vinoalvino.org