Surreale dialogo via Instagram con un prosecchista da 3,99 euro
Ma come, non ci hanno massacrato i corbelli dicendoci che quello del Prosecco , Doc e Docg, è un successo mondiale, ma che dico, interplanetario, che tutti, cinesi, kirghisi, arabi, palestinesi, polacchi, spagnoli, magari Frau Merkel e persino Bidé, pardon, Biden, la Von der Layen e Draghi, se lo contendono e poi, accidenti ai volantini con le offerte che volano e ti arrivano fino a casa, scopri che non tutto va così bene come dicono i proseccari, madama la marchesa!
Ieri, 25 marzo, mi sono trovato nella cassetta della posta il volantino, con squillante titolo Pasqua di occasioni, il risparmio delle feste , nella cui prima pagina, accanto ad una classica Colomba (dolce che io non amo, io milanese adoro il panettone che mangerei anche a ferragosto) troneggia una bottiglia di un bel Prosecco Valdobbiadene Millesimato Dry di un’azienda di cui per ora non faccio il nome per non farle inutile ulteriore pubblicità.
Il prezzo dice tutto: offertona a 3,99 la bottiglia del “millesimato ” (mi scompiscio dalle risate ogni volta che leggo millesimato su una bottiglia della wine commodity veneto furlana, tanto sempre prosechin e glera restano) invece di 9,99 euro, con un super sconto del 60%.
Al che il perfido che è in me, dopo aver fatto due pensieri ed essersi detto, ma se le vendite vanno a gonfie vele, perché calano le brache del 60%, sono dei mona, non sanno far di conto, sono dei burloni, o hanno le cantine piene?, ha deciso di postare la foto dell’offertona della catena della GDO veneta, (ce n’è una anche ad un quarto d’ora di bici da casa mia) sul mio account Instagram francozili (dove io non potendo mostrare tette e culo ho solo poco più di 4000 influencer e non vengo invitato a Benvenuto Brunello Off o in Champagne in una nota maison come ha fatto il noto importatore italiano della casa) con queste parole: “Ancora un po’ e questi del Prosecco ti pagano loro perché compri le loro banalissime bollicine… Prezzi sempre più bassi ”.
Non l’avessi mai fatto! Subito esordisce una tale con un commento di rara banalità e demagogia da quattro soldi, pardon, da prosechin …:”sicuramente un modo poco elegante per sminuire un prodotto che le ricordo essere comunque frutto del lavoro di tante persone. E il rispetto per il lavoro credo dovrebbe sempre esserci. Quanto al prezzo…non tutti sono benestanti e possono permettersi bottiglie da centinaia di euro, alcuni nemmeno da 30€. Trovo brutto voler rendere il mondo del vino un qualcosa di lontano dalla gente comune, non ne giova nessuno. Per inciso, non ho alcun legame con nessun produttore di prosecco e non sono certo le mie bollicine preferite… neanche lontanamente!!! Buona giornata”.
Prima che potessi rispondere, arriva il produttore del Prosecco Valdobbiadene Docg Millesimato la cui bottiglia figura sulla copertina del volantino Iper: “Ciao Franco, grazie speriamo che acquisti un nostro prodotto e ci mandi la recensione visto le tue conoscenze enologiche in merito. Buona serata noi brindiamo con banalissime bollicine”.
La mia risposta, già mi girano le scatole quando uno non conoscendomi si permette di darmi del tu, figuriamo se è un prosecchista, è lapidaria: “mi perdoni, ci tengo alla mia salute. Non bevo Prosecco, il mio palato lo rifiuta”.
Il simpatico prosecchista non abbozza, ma replica così, dimostrando di non sapere chi sono, visto che non sono sommelier ma giornalista, anche se per le due più note associazioni della sommellerie ho collaborato per anni: “allora da buon sommelier con capacità empirica rivaluti le sue provocazioni. Lo dico per la sua credibilità, criticare senza assaggiare mi sembra un concetto che una persona con la sua esperienza non dovrebbe coltivare”.
Stava per partire un simpatico vaff (visto che il proseccaro si era permesso di sindacare sulla mia credibilità, parla di credibilità lui che svende Prosecco Docg a 3,99… poareto!) ma armandomi di santa pazienza ho risposto: “le chiarisco: non mi riferisco al vostro Prosecco, ai Prosecco in genere, vini che non mi piacciono. La Glera é un’uvetta di serie b e miracoli non si possono fare. E lo spettacolo dei prezzi sempre più bassi anche per i Docg é davanti agli occhi di tutti. Io non critico la vostra azienda, il Prosecco in genere”.
Il tale, duro di comprendonio, non capisce una beata fava e rincara, alternando comicità e accuse pesanti e ridicole (che volete farci, è un proseccaro a prezzi bassi…): “se prende in esempio la foto di un nostro prodotto critica anche l’azienda. Mi perdoni ma la facevo più perspicace. Comunque se vuole criticare il movimento che ad oggi è fiore all’occhiello dell’export nel mondo vitivinicolo lo faccia, insultando diversi colleghi, un movimento intero. Probabilmente nel suo orto dove si confronta solo con il suo gusto cresce uva migliore, se mi lascia l’indirizzo mi preme spedirle delle bottiglie che potrà regalare ad amici e parenti che forse non prendono così seriamente un momento che è quello della condivisione tra amici e una bollicina”.
Al che, con le palle ormai girate replico secco: “Fiore all’occhiello de che? Voi prosecchisti esportate numeri, quantità a prezzi bassi, la qualità è altra cosa. P.S. Sono 37 anni che scrivo di vino e pare che ci siano tante persone che si fidano di quello che scrivo. Si rassegni. Con me ha gioco difficile”.
Testardo come un mulo, un mulo che ha bevuto troppo prosecco e quindi sragiona e raglia al cielo, il tale, forse in preda a troppa glera, sclera : “le dico, lei magari sa di vino ma nulla di mercati e soprattutto nulla del concetto di qualità se non la sua visione miope e ampollosa se non barocca. Proprio perché ha tante persone invece che seminare questo concetto di serie b dovrebbe cercare di trovare l’unicità che tutti ci invidiano, parlo di vitigni autoctoni, come il nostro glera. La sua penna è stanca forse, forse il mondo sta cambiando e lei non riesce più a distaccarsi da quel mondo che tanto le è caro ma che non c’è più, anche il gusto si evolve e i preconcetti sono per chi non riesce ad avere una visione lungimirante. Le auguro una sincera buona serata”.
Non sono stato capace di mandarlo dove dovevo mandarlo, ovvero aff, e incredibilmente ho risposto così: “le mando in privato il mio numero di telefono disponibile a confrontarmi civilmente con lei domani. buona serata”
Le risposte che seguono testimoniano la confusione mentale del soggetto: “le ho detto che se vuole facciamo una chiamata su Instagram in diretta che ci sia trasparenza nelle sue e nelle mie parole”. Io replico: “disponibile, ma non so tecnicamente come si faccia. Comunque anche da questa sua capziosità si capisce che tipo sia lei. Amen, io ho già spiegato ampiamente ma lei non ci arriva che al posto della bottiglia del suo Prosecco potevano esserne dieci altre la sostanza non cambia. Ma faglielo capire questo ad un proseccaro…”
Il tizio replica ancora: “domani la chiamo e le spiego come fare. Così possiamo avere un confronto maturo e civile che possa essere un momento costruttivo. Mi spiace che lei debba usare proseccaro come insulto, io ci trovo tradizione famiglia e mondo contadino. Mi piace come termine, semplice e genuino. La chiamo domani per fissare il nostro confronto. mi spiace, ma stasera ha mostrato i suoi limiti anche nella comunicazione, il dialogo impossibile solo una scusa per non affrontare il confronto. Io aspetto volentieri il suo invito”.
La mia ultima replica, in forma di garbato ma va a scuà el mar , è la seguente: “proseccaro, lezioncine le vada a dare ad altri a me non di certo. La saluto”.
Ora al tizio responsabile dell’azienda, Rive della Chiesa , tale Gasparetto, che sicuramente è un leghista di stretta osservanza fan di Zaia, non ho null’altro da dire. Voglio solo invitarlo ad uscire dal proprio guscio, a guardarsi in torno, a non mettersi soppressa sugli occhi, a provare a collegare il cervello e ragionare.
mde Il suo caso, come documento fotograficamente, non è isolato, di proseccari Doc e peggio ancora Docg che calano le branche ce ne sono a iosa.
dav Dal Carpené Malvolti a 6,90 da Famila al Prosecco Docg della Cantina Valdobbiadene a 4,92 da Esselunga, dove per inciso troviamo anche il Trento Doc Cesarini Sforza a 7,90.
dav Il Prosecco tira ma in Italia e all’estero il suo successo è dovuto a quattro fattori:
ce n’è tanto, è prodotto in ampie quantità, come la famosa bibita gassata americana;
ha un nome che si ricorda facilmente anche all’estero ed è diventato sinonimo di “spumante italiano”;
costa poco;
è il vino mediocre, banale, popolare, perfetto per tempi mediocri e gente mediocre che non ha cultura del vino e gusto.
Al proseccaro che ha avuto la faccia di tolla di rispondermi in quel modo ricordo tutte queste evidenze e faccio notare che lezioncine da uno che svende Prosecco Valdobbiadene Docg a 3,99 euro, un prezzo di un euro più basso di un generico Rosé Extra Dry, ma millesimato anche lui, non ne accetto proprio. Mi verrebbe una gran voglia di andare da Iper, buttar via 3,99 euro e vedere che razza di qualità propone questo arrogante prosecchista, pardon, proseccaro.
dav Ma poi penso a Goethe che diceva che la vita è troppo breve per bere vini cattivi e dunque lascio stare e, visto che mediocre non sono, stappo Champagne. A’ la santé Monsieur le prosecchiste!
Attenzione!: Non dimenticate di leggere anche Vino al vino http://www.vinoalvino.org/ e il mio nuovo blog personale www.francoziliani.it